Buona la prima, anzi buonissima. Anche se per completare l'opera a Federico Di Francesco avrebbe fatto piacere fare anche gol. Perché lui non è uno che si accontenta. Non di essere entrato e aver cambiato l'Italia nel secondo tempo, non si essere stato il migliore in campo e neppure di aver avuto la palla gol più clamorosa del match. "Non me lo dite, quando ci ho ripensato mi volevo mangiare le mani", racconta al termine di Italia-Serbia. "In realtà quando mi sono ritrovato a tu per tu con il portiere gliela volevo tirare in mezzo alle gambe, ma l'ho centrato in pieno".
Un po' di amarezza c'è, eccome, ma lo sguardo è di quelli che sanno già cosa fare da grandi. "Questa volta non è andata, ma contro Andorra spero arrivi il il primo gol". Certo, alla luce della sua prestazione con la Serbia la prima rete in azzurro sarebbe potuta essere già a referto, ma Federico - classe 1994 - non si nasconde per niente. "E' la prima volta che vengo in Nazionale e con questo esordio si è avverato il mio sogno da bambino. Sono contento della prestazione e di un pareggio importante". Lo sa bene che la sua è stata una prestazione convincente, di quelle che certamente metteranno in difficoltà Di Biagio in vista del prossimo match (martedì pomeriggio contro Andorra).
Il ct azzurro, con un mezzo sorriso, l'ha confermato anche in conferenza stampa "Sono stato indeciso fino all'ultimo minuto se farlo partire dall'inizio, ma sapevo che anche a partita in corso avrebbe potuto fare la differenza". E così è stato, perché l'ingresso dell'esterno del Bologna è stato utilissimo per far aumentare il ritmo degli azzurrini e mettere in difficoltà la difesa della Serbia che se lo vedeva scappare da tutte le parti. "Sono sempre a disposizione del mister e lo sa anche Donadoni: a destra o a sinistra per me non fa alcuna differenza". Oltre al punto d'oro conquistato contro la Serbia, Federico Di Francesco è l'altra vera buona notizia con la quale Di Biagio lascia Vicenza.