La vigilia di Ajax-Juventus è uno scandirsi di attimi e di attese: la rifinitura, la consapevolezza delle assenze pesanti, la partenza e l’arrivo della Juventus in una Amsterdam dal cielo limpido e azzurro, ma fredda e ventosa. Poi, il walkaround e la conferenza. Allegri e Rugani dietro i microfoni, Andrea Agnelli dietro le quinte.
Attimi, che a volte sembrano eterni. Come l’inizio di una conferenza stampa che stenta a decollare. Domande “spente”? Traduzione simultanea non eccezionale? Fatto sta che Allegri sprona tutti in sala stampa: “Ora però svegliamoci tutti e iniziamo la conferenza, quella vera. Altrimenti qui...”. Andrea Agnelli sorride, nascosto tra i cronisti. La sveglia dell’allenatore bianconero è forse un modo per scuotere anche squadra e ambiente. E a proposito di sveglie, sonni e riposi, Allegri risponde con il solito sarcasmo anche quando gli viene chiesto se teme che i tifosi dell’Ajax possano disturbare la Juve sotto l’hotel come fecero col Real Madrid: “Tanto non dormiremmo lo stesso...”.
Si può provare a stemperarla, ma la tensione c’è. Così come i dubbi di formazione: l’assenza di Chiellini e Emre Can ha rimescolato le carte. Sarà difesa a 4, ma a centrocampo c’è ancora il ballottaggio Khedira-Bentancur. Ronaldo, però, giocherà. “Se non succede niente stanotte...”, aggiunge Max. Ancora ironia? O scaramanzia? Difficile carpire l’umore di chi dà l’impressione che in una partita di poker saprebbe bluffare eccome. Domani però non serviranno inganni: “Non possiamo pensare di ripetere gli errori di Madrid e poi sperare ancora nella rimonta”. Perché non sempre il calcio concede una seconda chance. E allora - a volte - si va per prendersi tutto subito. Tutto in una notte.