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Data: 22/08/2024 -

La vita, l’amore, il calcio. Alessandro Tuia: “Fiero del mio percorso. Sono pronto a ripartire"

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Dalle partitelle in strada alla chiamata in Serie A, con uno sguardo verso il futuro: la nostra intervista ad Alessandro Tuia
Dalle partitelle in strada alla chiamata in Serie A, con uno sguardo verso il futuro: la nostra intervista ad Alessandro Tuia

Si parla spesso di quanto l’amore superi il tempo, lo plasmi e lo usi a suo favore. L’amore è questo: lottare per un sogno, raggiungerlo, coltivarlo e non smettere mai di prendersene cura. Neanche quando il destino, forse, sembra porti davanti a degli ostacoli difficili da superare: “C’è un aneddoto di quando mi sono fatto male a Cremona, in cui un mio compagno di squadra mi ha chiesto: 'Ale, ma come fai ad essere così sereno nei momenti di difficoltà?'. E io gli ho detto che ci si abitua anche a quelli. Li ho sempre vissuti con estrema tranquillità. In alcune giornate il nervosismo era alto, ma credo che tutte le cose, che siano positive o negative, vadano affrontate bene, perché il tempo guarisce tutto”, racconta Alessandro Tuia, difensore centrale classe 1990, ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

Ed è proprio nell’intercapedine tra amore e determinazione che si inserisce Alessandro. Ma non una parte di lui, tutto sé stesso.

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La strada, la scuola calcio e il professionismo: la nostra intervista ad Alessandro Tuia

“Ti dirò, io da bambino sono sempre stato frenato da mia mamma perché aveva paura degli sport di contatto (ride, ndr.). Inizialmente ho fatto tanti sport individuali, poi il calcio è arrivato quando mia mamma l’ho sfinita, racconta sorridendo Alessandro. E dentro di lui, in realtà, di quel ragazzino che “tirava le bombe al muro” è rimasto tanto: La strada ti resta dentro per sempre. È quello che ti forma di più. Le nuove generazioni sono totalmente diverse da noi, non si gioca più per strada, ma è l’evoluzione che porta al cambiamento”.

Verso cose più grandi, sempre

Dalla scuola calcio di Civita Castellana alla Primavera della Lazio, fino alla tanto attesa chiamata in prima squadra. Poi tanti anni di crescita, con la prospettiva di destini sempre più grandi: “Io del mio percorso ne vado veramente fiero, perché a piccoli passi ho sempre fatto un’evoluzione verso il miglioramento. Ricordo con piacere gli anni di Serie C, perché anche quelli aiutano a formarti”. Il traguardo è un viaggio, non una destinazione, e questo Alessandro lo sa bene: “Ho fatto tutte le categorie professionistiche e ho vinto tutti i campionati dalla C2 alla B. Mi riguardo indietro e dico 'Cavolo, bravo, hai fatto veramente un bel percorso', e mi auguro che questo percorso possa continuare”.

Con un solo rammarico, quello di Cremona: “Ho un grande rammarico, perché Cremona è una grande piazza dove hai tutto a disposizione, e mi è dispiaciuto non poter dare tutto quello che loro hanno dato a me”.

Perché in effetti la stoffa del capitano Tuia l’ha sempre avuta, così come la fermezza e l’esperienza che chiunque ricercherebbe nella propria guida. E non è un caso il fatto che tutte le piazze lo ricordino esattamente così. “Ovunque vado ricevo attestati di stima, gente che ancora mi scrive, e questa è una cosa impagabile. Quando si vede che sei predisposto al sacrificio, la gente a prescindere da tutto ti vuole bene. Questo è quello che ho sempre voluto lasciare in ogni piazza in cui sono stato: la passione, la dedizione e l’amore per la maglia. E credo di esserci riuscito”.

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Il futuro è un capitolo ancora da scrivere

Tra una parola e l’altra ci si accorge che Alessandro ha la stessa fame che aveva da ragazzino, e come sempre la proietta verso il futuro. Oggi è svincolato, ma aspetta la sua occasione per tornare in campo: “Ho ricevuto delle proposte dalla Serie C, ma ho preferito aspettare perché credo di poter dare molto anche in Serie B. Mi rendo conto che è il mio secondo anno da svincolato e non posso fare sogni troppo grandi, ma visto che oggi le squadre sono piene di giovani vorrei aiutare la società a farli crescere”. Fame, assieme a molte consapevolezze in più: “Voglio fare le cose fatte per bene. Voglio un progetto nel quale dare il massimo e lasciare un’impronta. Voglio essere un uomo spogliatoio. Mi rendo conto di non avere più vent’anni, ma fisicamente mi sento bene e ho molto da dare sia per la crescita dei giovani che in campo”.

Verso la nuova stagione 

Dopo Lazio, Monza e Foligno, 6 anni a Salerno, 3 a Benevento, 2 a Lecce e 1 a Cremona. Squadre che Alessandro continua a seguire con la stessa passione di quando ne indossava la maglia, immaginandone una panoramica della prossima stagione: “La Cremonese quest’anno sta facendo un mercato molto importante. Poi ha una base già fortissima, lo scorso anno potevamo andare in Serie A direttamente. Immagino possano fare un grandissimo campionato.” Poi parla della Salernitana, dove da capitano ha vissuto sei stagioni in una piazza che tutt’ora lo ricorda con immenso affetto: “La Salernitana ha avuto un po’ dei problemi ad inizio stagione. Si è parlato di ridimensionamento, però poi il vecchio cuore granata viene sempre fuori. Poi adesso hanno preso anche Verde, che è un giocatore straordinario per la B”. Infine, augura il meglio al suo Lecce e al suo Benevento: “Il Lecce mi auguro possa fare una stagione meravigliosa come quella dello scorso anno. Ha una società che lavora straordinariamente. Va dato atto a Corvino che fa ogni anno un lavoro straordinario. Al Benevento auguro di tornare dove merita. Ho tastato con mano l’amore che Vigorito prova per la città, e se i ragazzi riescono ad avere il suo stesso senso di appartenenza possono togliersi grandi soddisfazioni”.

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Radici

Nei momenti difficili, pensiamo a chi abbiamo accanto per andare avanti. L’amore ci sprona, consolida le nostre radici e ci spinge a crescere. Ma questo Alessandro lo ricorda ogni giorno: “Mia moglie Christel e i miei figli sono uno stimolo costante. L’anno scorso è stata un’annata sfortunata, e il mio figlio più grande mi chiedeva sempre: “'Papà, ma quando torni a giocare?'. E io soffrivo, ma è anche per loro che combatterò. Per fargli vedere che il loro papà gioca ancora”.

Il futuro è un libro sempre aperto da leggere con le persone che amiamo, e dare uno sguardo ai capitoli di quello di Alessandro te ne ricorda costantemente il significato. “Leonardo è ancora piccolo, ma Lorenzo negli ultimi 4/5 mesi si è appassionato al calcio, ed è molto stimolante sapere che può guardare qualche altra partita in tv del suo papà o andare allo stadio a vederlo dal vivo”.

Amore, determinazione, passione, resilienza. Se sei guidato da questi valori, puoi soltanto continuare a volare alto.

Tags: Serie B



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