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Data: 02/05/2016 -

"Qui dal '62, credevo alla A e ridevano": il Mago dei massaggi, le mani del Crotone sulla favola. E quel rapporto speciale con Budimir...

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Lo chiamano il 'Mago', e forse non è un caso. "A inizio anno proposi un brindisi speciale: 'Alla Serie A!'. Si misero tutti a ridere, ma io ci credevo davvero... Chi tocca il mago tocca la magia, e la fortuna", dice lui. C'è da credergli allora, anche perché le mani sulla promozione del Crotone in Serie A sono le sue: Antonio, "dal 1962 al servizio di questa squadra" si presenta così. Una vita in rossoblù: lui, crotonese di nascita e di cuore, massaggiatore della società che in carriera ha fatto di tutto. "Ho portato pure l'acqua all'inizio", aggiunge. Intanto però i suoi occhi nella festa che il Crotone si è regalato nell'albergo di Modena, venerdì sera, sono lucidi lucidi. Si commuove anche quando gli chiediamo un'intervista, perché forse in vita sua nessuno gliela aveva mai chiesta. Eppure il "Mago" è amato proprio da tutti sì, perché quando arriva nella sala in cui il Crotone brinda alla Serie A tutti lo accerchiano per celebrarlo. "Tonino, Tonino, Tonino" è il coro che gli dedicano, lui quasi incredulo abbraccia tutti i suoi ragazzi. Poi sale sulla sedia e chiede un brindisi speciale: per una notte così si possono pure infrangere le regole. "Alla Serie A!", e poi... "Ad un ragazzo che ci ha regalato un sogno: Ante Budimir": il gruppo se la ride, "sei un lecchino Tony" gli grida qualcuno scherzando. Lo sanno che il suo rapporto col croato è unico: "un drogato di massaggi", dice il Mago di quel ragazzone di quasi due metri che con i 16 gol in campionato ha regalato un sogno ad una città intera. Non è difficile credergli: si fa massaggiare al collo a tavola, poi dopo cena timido timido gli chiede di salire in camera per un'altra seduta nonostante una Serie A appena conquistata. Massaggi che per il Mago ormai sono "come fumate di sigarette", gesti naturali che non lo stancheranno mai. Anche se Ante... eccome se lo fa arrabbiare: "una, due, tre ore di massaggi... non si fermerebbe mai!" ride Antonio. E il croato, alla prima birra della sua stagione da (quasi) astemio, si commuove: "E' una persona speciale, solo in Calabria puoi trovare uno così. Ci tirava su dopo le partite, che avessimo vinto o perso non gli importava. Era lo spirito della squadra e la sua 'Calabria mia' cantata mentre urlava perché volevo ancora massaggi non la scorderò mai". "Il Crotone l'ho visto nascere, crescere, fiorire. Nessuno pensava che sarebbe andato in Serie A, ma in me stesso ho avuto sempre la sensazione che un giorno l'avrei visto lì. E grazie a Dio ci sono riuscito. Mi sembra un sogno, un'illusione... ma è la realtà che ti abbraccia e che ti fa sorridere, che ti dà la gioia di vivere. Anche i morti si risvegliano con quest'annata bellissima che abbiamo vissuto": gli occhi di Antonio ormai sono gonfi di lacrime, emozioni allo stato puro. Vicino c'è Delgado che lo riprende per conservare un momento così, al suo fianco quel Ricci che "in campo è il mio preferito" ammette. Li ringraziamo tutti? "Tutti, perché hanno dato anima e orgoglio questi ragazzi. Speriamo che questa Serie A duri per sempre. Sono commosso: vi dico grazie". Nient'altro da aggiungere: Antonio è soltanto un altro dei mille segreti di un Crotone da favola. Di una squadra un po' magica, perché anche senza bacchetta si può essere un mago. Anzi, un mAgo, con la A bella grande.  


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