David Di Michele, 40 anni, oggi guarda il pallone da un'altra prospettiva, dopo stagioni di gol e numeri mozzafiato in giro per l'Italia. "Il passaggio dal campo alla panchina è stato durissimo, avrei voluto continuare a giocare all'infinito", ha dichiarato "Re David" a gianlucadimarzio.com. Ieri giocatore, oggi allenatore, "metamorfosi" neanche poi così traumatica: due anni fa Di Michele giocava ancora in Prima divisione. Poi, la "promozione" a collaboratore tecnico e successivamente ad allenatore della prima squadra. L'obiettivo? "La salvezza", in una categoria da sempre insidiosa: "La Lega Pro è così, un campionato maschio e molto agonistico. Per poter fare bene, bisogna essere compatti e ben organizzati", ha continuato l'ex attaccante. Dal girone B della "sua" Lupa, ogni tanto David allunga anche lo sguardo ai vecchi amori che oggi si sfidano nel girone C: Foggia, Lecce e Reggina, piazze che difficilmente dimenticheranno i gol del piccoletto. "Le seguo tutte con affetto - spiega Di Michele - ma per la promozione vedo favorite Lecce e Foggia; a lungo andare, difficilmente Juve Stabia e Matera riusciranno a tenere il passo delle pugliesi".
Proprio in Puglia, David ha lasciato un pezzo di cuore. Con la maglia del Lecce ha firmato le sue ultime magie in Serie A, prima della breve esperienza al Chievo. Quella giallorossa era una squadra di giovani talenti, affiancati da veterani come Di Michele, Giacomazzi e Oddo. Ragazzi del calibro di Bertolacci, Cuadrado e Muriel, quest'ultimo compagno d'attacco di David. "Vent'anni lui, trentacinque io: qualche consiglio gliel'ho dato! -ricorda l'allenatore romano -. Fin dalle prime giornate, avevo capito le sue potenzialità e intuito la sua passione per le giocate… sensazionali. 'Al circo ti porto a fine anno, così ti esibisci con i tuoi numeri spettacolari- gli dissi -. Ora pensiamo a salvarci'". Da uno come Di Michele, il giovane Muriel aveva tanto da imparare. "Lo rimproveravo spesso, perché non partecipava alla manovra ed era discontinuo, però sapevo che davanti aveva un grande futuro”, continua David. Oggi Luis fa impazzire qualsiasi difensore e trascina la Sampdoria: "Dopo aver sciupato l'opportunità che l'Udinese gli aveva dato, Muriel non poteva più sbagliare. Si è messo a disposizione dei compagni ed è partito fortissimo: non lo ferma più nessuno, questa è la sua stagione". Parola di Re David.
Da un colombiano all'altro, anche Cuadrado, lanciato nel Salento insieme a Muriel, non ha deluso le buone aspettative dell'ex attaccante. "Quando erano insieme a Lecce, facevano coppia fissa - ricorda Di Michele -. Organizzavano delle feste a casa loro, erano sempre allegri e coinvolgevano tutti: in campo come nella vita, si sa, i sudamericani vivono di felicità. Quell'anno, Juan mi sembrava più forte ma aveva anche tre anni più di Muriel. Si capiva che, in un paio di stagioni, l'esterno sarebbe stato già pronto per il grande salto di qualità". Di Michele ci aveva visto giusto, perché Cuadrado è diventato praticamente imprendibile, esaltandosi nella Juventus.
Ma a chi si ispira il Di Michele allenatore? "A Spalletti", risposta secca. "Mi ha dato tanto e adoro il suo calcio, sempre propositivo". Il David dei tempi d'oro, non a caso, vestiva la maglia dell'Udinese ed era allenato proprio da Spalletti. "A giugno voglio prendere il patentino di primo livello" ammette. Per continuare a guardare il pallone da un'altra prospettiva, quella dell'allenatore.