Nove luglio 2006, estate torrida, come sempre in Italia. Ma anche nella fredda Berlino il clima era rovente e batteva forte il cuore... azzurro. I mangiaspaghetti avevano eliminato pochi giorni prima la Mannschaft regalandosi la possibilità di un sogno atteso 24 anni: le lacrime dei tedeschi si mischiavano ai sorrisi dei "pizzaioli". E dire che l'Italia, dopo un grande girone di qualificazione e delle amichevoli pre-mondiale sontuose, si presentava in Germania con il morale basso. Almeno così pareva... Certo non era tra le favorite. E invece lì, a Berlino, ci siamo andati noi, capaci di esaltarci e unirci nelle difficoltà. Ci attendeva la Francia di Zidane, e due rivincite targate '98 e '00. "Gli italiani devono imparare che la partita finisce solo al fischio dell'arbitro..." disse Wiltord dopo la finale di Euro 2000. Bene Sylvain...
Grazie all'impresa di Dortmund nulla poteva abbatterci, neanche la presunzione dei francesi: "Dopo la vittoria sulla Germania c'era un grande entusiasmo nel gruppo" - racconta Marco Amelia ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "La concentrazione era massima perché sapevamo di essere ad un passo dal traguardo, ma soprattutto di aver battuto i padroni di casa, rappresentava una prova di forza importante in vista della finale di Berlino. Fare paragoni non è mai facile, però devo essere sincero: in quel gruppo c'è ancora oggi un grande senso di appartenenza e di unione, anche a distanza di 11 anni. Era un gruppo compatto formato da giocatori, staff tecnico, dirigenziale, medico e tutti coloro che facevano parte della spedizione azzurra in Germania, comprese le nostre famiglie che erano al seguito".
Notte prima dell'esame... "Si viveva la vigilia della partita con grande serenità, sapevamo di essere forti nonostante fossimo consapevoli di incontrare una nazionale altrettanto importante. Ecco, forse si è dormito poco la sera prima della gara, si sentiva l'importanza della sfida con la Francia, è normale. E nella classica merenda pre-partita non volava una mosca. Ma è giusto anche ribadire che il gruppo in Germania ha sempre mostrato grande serenità. Basta leggere i 23 nomi di quella squadra per capire quanta personalità ed esperienza ci fossero . Molti giocatori caricavano il gruppo, anche quelli più giovani come me e De Rossi davano il loro contributo. Lippi ci ha fatto sentire tutti parte in causa, per questo non esistevano titolari e riserve, tutti eravamo utili per arrivare al risultato finale".
A volte basta trovare le parole giuste: "Spesso ci caricavamo a vicenda, però è naturale che quando parlavano elementi come Cannavaro e Gattuso, l'adrenalina saliva molto in fretta perché sapevano sempre cosa dire e come dirlo al momento giusto. Il CT ha sempre trasmesso grande serenità al gruppo, anche prima della finale aveva grande fiducia in quella squadra, l'aveva scelta lui, ci ha solo detto di andare a prenderci ciò che ci meritavamo. E noi l'abbiamo fatto, tutti insieme". A 11 anni di distanza cosa ti rimane di quella vittoria? Sospiro e sorrisino: "Con quella vittoria abbiamo scritto una pagina importante nella storia del calcio mondiale, qualcosa che rimarrà per sempre. Il fatto che gli italiani ancora oggi ci ringraziano per quella vittoria è la prova che abbiamo compiuto un'impresa straordinaria. La cosa più bella sicuramente è stata arrivare a Roma, trovare un oceano di gente per le strade ad esultare insieme a noi. La festa del Circo Massimo è stata indimenticabile".
Questi i ricordi... All'orizzonte c'è un nuovo mondiale e una generazione che ha fatto tornare il sorriso, cosa ne pensi? "La Nazionale di oggi mi sembra un bel mix di esperienza e giovani di qualità, grazie anche al lavoro di un allenatore preparato come Ventura ha ancora possibilità di crescere. Ci sono molti ragazzi giovani che stanno facendo bene anche nelle varie nazionali giovanili, mi sembra ci sia un capitale tecnico e umano potenzialmente importante per poter fare le cose bene. Sarà fondamentale che i dirigenti federali proseguano sulla strada della crescita, facendo le scelte giuste affinché il nostro calcio torni ad essere tra i migliori a livello internazionale.
Tutti contro la Germania? I tedeschi ci sono sempre: "Dopo gli anni in cui la Spagna ha vissuto un ciclo straordinario, oggi ci troviamo di fronte a un movimento tedesco che sta esprimendo molti giocatori di altissimo livello, anche grazie a un lavoro che parte da lontano. Aver organizzato il Mondiale del 2006 ha dato grande slancio al calcio tedesco che ha programmato con lungimiranza e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Al prossimo mondiale credo che la Germania abbia qualcosina in più delle altre, ma come abbiamo dimostrato anche noi, nella fase finale di un mondiale può succedere di tutto".
Cosa ci fa un Campione del mondo nella lista degli svincolati? Risata: "Il mio futuro può riservare molte cose interessanti, attualmente sono concentrato ad allenarmi tutti i giorni per essere pronto. Dal 13 luglio parteciperò a Star Sixes a Londra, un torneo di leggende del calcio con l'amico Alessandro Del Piero, sarà un'esperienza sicuramente entusiasmante. Per il resto sto ricevendo molte chiamate da tutto il mondo, ma dovrò valutare bene dal 17 luglio in poi, giorno in cui rientrerò in Italia da Londra. Sinceramente non mi aspettavo questa chiamata di Alex anche perché credo di essere l'unico giocatore ancora in attività tra le tante stelle del calcio che hanno aderito. Ma ovviamente non ho potuto dire di no, Star Sixes (www.starsixes.com, ndr) è una manifestazione unica al mondo che vede la partecipazione di alcuni tra i migliori giocatori della storia del calcio".
E la storia del calcio l'abbiamo scritta quel 9 luglio 2006. La gioia, i festeggiamenti, il senso di appartenenza di quei giorni sono sensazioni che non tutte le generazioni hanno la fortuna di provare. Giorni felici per una Nazione intera.