Una storia finita con un messaggio. Nessuna questione di cuore, bensì di... pallone. Ma anche in questo caso una chiamata è sicuramente più gradita di un addio via sms.
Chiedere a Phil Marsh attaccante congedato dal Rhyl, club di seconda divisione del Galles, proprio in questo modo. Classe 1986, cresciuto nelle giovanili del Manchester United, durante la sua carriera ha cambiato una ventina di club ed ora saluta anche l'ultimo in ordine cronologico.
"Non è la prima volta che mi hanno lasciato andare via da una squadra, ma mai così - ha raccontato ai microfoni della BBC -. E' una questione di decenza, è brutto quando nemmeno alzano il telefono per comunicartelo. Avrei preferito di gran lunga che me l'avessero detto a voce, invece che per messaggio. E' stato uno shock, ed è abbastanza triste in realtà. Ero l'ultimo del gruppo a riceve un messaggio del genere perché hanno fatto copia-incolla cambiando solo il nome di volta in volta, così ho risposto a Eddie (l'allenatore, ndr). Ma lui non ha risposto a sua volta".
"Poi ho deciso di pubblicare quella conversazione su Twitter per far vedere a che bassi livelli si può arrivare. Ho sempre rispettato Sir Alex per il modo in cui mi comunicò che dovevo lasciare lo United. Mi disse che era per il bene della mia carriera e mi diede dei buoni consigli. Tutti meritano un po' di decenza".
Quando Marsh lasciò lo United per trasferirsi al Blackpool nel 2007, infatti, Sir Alex gli comunicò quella decisione di persona, spiegando che non avrebbe avuto spazio in un attacco già con Rooney e Cristiano Ronaldo.
Insomma, stesso epilogo ma modalità ben diversa. Ma la risposta di Marsh ha presto fatto il giro del web: "Ciao Eddie, non sarei rimasto comunque perché in estate torno alla United ma grazie del messaggio. Una chiamata sarebbe stata un pensiero carino!".