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Data: 28/01/2016 -

Addio? No, arrivederci. Storie di calciomercato che (ri)cominciano con un 'bentornato'

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Per salutare il vecchio digli 'addio', per accogliere il nuovo prepara un 'benvenuto'. E se per il futuro ripeschi qualcuno dal tuo passato? Beh, un 'bentornato' è d'obbligo. Parola ricorrente in questa sessione invernale di calciomercato che ha visto molti colpi.. di ritorno. Da chi è tornato dall'ex a quelli che ritrovano la Serie A, o in generale l'Italia, dopo aver trascorso una (o più) parentesi estere; dal campo alla panchina, molti volti noti si sono uniti al rush finale del campionato, alla corsa verso gli obiettivi della propria squadra in questo girone. Di ritorno, anche lui. Dall'ex - In principio fu Boateng. Era l'estate 2013 quando lasciò Milano direzione Bundesliga. La prima stagione allo Schalke 04 termina con 37 presente totali tra campionato e coppe, la seconda con 25 apparizioni, zero gol e diversi problemi fisici. Quella stagione fini' poi con l'allontamento dalla rosa. Una parentesi chiusa, non nel migliore dei modi, tanta voglia di tornare a giocare a pallone e poi quel Milan che da fine settembre gli ha permesso di allenarsi su quei campetti che fino a due anni prima erano anche i suoi. Da lì all'ufficialita' del sul ritorno in rossonero il passo è stato breve, nel senso che appena si è aperto il mercato si è potuto procedere con questo ricongiungimento a tutti gli effetti.

E prima presenza alla seconda giornata dell'anno solare, contro una Roma che di lì a poco avrebbe anche lei accolto nuovamente un tassello del suo passato: Luciano Spalletti. L'1-1 tra Roma e Milan è stata la prima partita dal ritorno di Boateng e l'ultima di Rudi Garcia sulla panchina giallorossa. Porte girevoli tra chi torna e chi lascia. Ma l'addio dell'allenatore francese ha portato, anzi ri-portato, nella Capitale Spalletti. Due secondi posti consecutivi e forse la Roma più bella, in quanto a gioco, del nuovo millennio (quella scudettata a parte). Poi qualcosa si è incrinato: risultati magrissimi, dimissioni e addio. Eh no, arrivederci. Perché ora è tornato, dopo cinque anni allo Zenit. Dalla fredda terra degli zar, all'ambiente caldo di Roma; la dirigenza americana richiama chi conosce città e tifosi, è nata così la seconda Roma di Spalletti. E poco prima, a Torino, si consumava il ritorno di Ciro Immobile. Accolto da una folla granata all'aeroporto di Caselle, l'attaccante che nel 2014 lasciò lo stesso capoluogo piemontese per trasferirsi prima al Borussia Dortmund, poi al Siviglia ha portato nuova linfa ed entusiasmo al Torino. Dalla Germania alla Spagna, dalla Bundes alla Liga ma alla fine di nuovo in Serie A; in queste due parentesi estere ha collezionato meno presenze che in un'unica stagione in maglia granata. Un piccolo tour per l'Europa ed ora la fermata più bella, il prosieguo di una storia ricominciata con un: "Sono emozionatissimo, è bello tornare". In Italia - Non proprio un ritorno dall'ex, bensì in un campionato che già li accolse.

Mauro Zarate, Rolando Bianchi, Zdravko Kuzmanovic e Stephan El Shaarawy. Il primo: ex Lazio ed Inter, in questo periodo di lontananza ha vestito le maglie di Velez, West Ham e QPR. "Sono davvero molto felice di essere tornato in Italia in una grande squadra come la Fiorentina. Voglio dimostrare sul campo il giocatore che sono", le prime parole dell'argentino ora viola. Il secondo: dai sei mesi nella seconda divisione spagnola alla Serie B, dal Maiorca al Perugia. Questo il massimo riassunto del recente passato di Rolando Bianchi, anche lui di ritorno in Italia anche se non nel massimo campionato. Il terzo: torna, di nuovo nella sessione invernale, in Italia (all'Udinese) dopo le 112 presenze già maturate in Serie A tra Fiorentina e Inter. Il quarto: rieccolo in Italia alla Roma per rilanciarsi dopo una parentesi al di sotto delle aspettative in Ligue 1 al Monaco che l'ha impiegato non abbastanza da riscattarlo. Il fine è l'Europeo, il mezzo la squadra giallorossa orfana di Iturbe e Gervinho. Per lui come per gli altri l'Italia o la Serie A hanno riservato un 'bentornato'. Fischio finale? No, era solo l'intervallo. Belle avventure di chi ha ripreso un vecchio capitolo della propria storia che si era interrotto ma non era mai finito. E come sfondo la voglia di ritornare li dove era iniziato qualcosa, una proustiana ricerca del tempo perduto.

di Guendalina Galdi

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