Un esteta, un avanguardista, un profeta. Un’intelligenza calcistica superiore. Sì, perché definirlo semplicemente genio senza tempo, forse, sarebbe troppo riduttivo. Johan Cruijff è stato per il calcio simbolo e punto di riferimento: nessuno scorderà mai quel giocatore sublime con la maglia numero 14 sulle spalle, una specie di seconda pelle per tutta la carriera. Nemmeno i tre palloni d’oro, probabilmente, basterebbero a raccontare un uomo, un calciatore ed un maestro fuori da ogni epoca, il cui ricordo, per ogni amante del calcio, rimarrà indelebile. Le sue frasi, poi, rispecchiavano il Cruyff giocatore, sincero e genuino: schiette, sincere, spontanee. Il mito che accompagnerà per sempre la leggenda di Johan Cruyff, a noi piace ricordarlo così, attraverso le sue citazioni più famose, che hanno cambiato il modo di concepire un semplice gioco, come quello del calcio:
1 – “La qualità senza risultato non porta punti, ma il risultato senza qualità è noioso”
2 – “Se hai il possesso della palla devi allargare il campo più possibile, se non ce l’hai devi restringerlo”
3 – “Una delle cose che ho capito da bambino è che quelli che più si divertivano a insegnarti qualcosa erano coloro che meglio dominavano il pallone, mentre quelli capaci solo di entrare sull'avversario, di piazzarsi in campo per fare ostruzione e di tirare pedate, non avevano nulla da insegnare, anche se, temo, avrebbero avuto molto da imparare”
4 – “Nella mia squadra il portiere è il primo ad attaccare e l’attaccante il primo a difendere”
5 – “Giocare a calcio è molto semplice, ma giocare semplice nel calcio è la cosa più difficile che ci sia”
6 – “I giocatori di oggi sanno solo calciare di collo. Io sapevo calciare con l’interno, col collo e con l’esterno. In altre parole, ero sei volte più forte dei giocatori di oggi”
7 – “Durante ogni allenamento, qualunque sia il tuo sport, ti senti distrutto perché in ogni allenamento devi andare oltre quello che sul momento ti sembra il tuo limite: tu cominci a correre, a scattare a calciare e dopo un po' ti sembra di aver esaurito ogni energia, mentre hai solo esaurito quello che io chiamo ‘primo fiato’. A quel punto bisogna sforzarsi per superare la piccola crisi che sembra bloccarti, per arrivare al ‘secondo fiato’: che ovviamente arriva solo dopo qualche minuto di sofferenza. Quando l'allenatore dà lo stop senti il cuore che batte vertiginosamente, sembra che debba scoppiarti nel petto: devi riuscire a ricondurlo al suo ritmo normale in meno di due minuti; se non ci riesci è meglio che apri una tabaccheria o tenti di diventare Presidente del Consiglio: vuol dire che hai sbagliato mestiere...”
8 – “Perché dite che non si può battere una squadra ricca? Io non ho mai visto una borsa piena di soldi fare gol”
9 – Un giorno Romario mi chiese 3 giorni di permesso per andare al carnevale di Rio. Gli risposi: “Se domani segni 2 gol, ti concederò 2 giorni di riposo in più degli altri”. Il giorno seguente Romario segnò 2 gol nei primi 20 minuti e subito dopo aver segnato il secondo mi chiese di uscire. Gli chiesi cose fosse successo e avvicinatosi mi disse: “Mister, il mio aereo per Rio parte tra un'ora”. Non ebbi scelta e mantenni la mia promessa.
10 – Quel giorno Cruyff si mise a protestare con l'arbitro per un fallo senza importanza. E dato che l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni, suggerii a Cruyff di tenere quel pallone e di darcene un altro, visto che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi. Cruyff mi chiese: “come ti chiami?”. “Jorge Valdano”, risposi. “E quanti anni hai?”, replicò di nuovo. “Ventuno”. “Ragazzino, a 21 anni a Cruyff si dà del lei”, concluse. (Cit. Jorge Valdano)
di Alberto Trovamala