Ieri, difensore complicato da superare: grintoso, abbastanza tencico, senso della posizione da far spavento. Intelligente. Oggi Daniele Adani è tra gli opinionisti più apprezzati in circolazione, senza discussioni. E nel corso del programma House of Football su Fox Sport, l'ex giocatore di Lazio, Fiorentina, Inter ha raccontato e sviscerato pregi, difetti ma soprattutto un bel po' di aneddoti su tre storici attaccanti, con cui lui ha giocato.
Batistuta: costanza nel lavoro. "Mi stupivo come lui rimanesse in campo sempre delle mezze ore in più a calciare in porta: destro-sinistro. Si portava dietro il secondo portiere e l'allenatore in seconda e calciava da ogni posizione, tutti i giorni. Succedeva quasi sempre: dopo l'allenamento classico, dopo la partitella del giovedì. Lui bomber lo è sempre stato ma si è anche costruito, è stato il lavoro che gli ha permesso di alzare i suoi numeri. Il sacrificio di un uomo che si è ritrovato poi con le caviglie praticamente inesistenti... e comunque segnava.
Vieri: professionista. "Quello che mi ha sempre stupito di lui è stata la professionalità. Nessuno direbbe questo ma è stato il miglior professionista che io abbia mai avuto come compagno. Io sono stato suo compagno di camera: ho visto un ragazzo che prima delle partite si concentrava al massimo, durante la settimana si allenava più degli altri perché arrivava prima e se ne andava via dopo. Mangiava bene. Ok quando staccava magari si concedeva il divertimento in più ma nel lavoro... ineccepibile. Camomilla e plasmon il sabato sera prima di andare a letto, alle 23 spegneva la tv e si dormiva".
Mijatović: un grande. "L'uomo che ha deciso la Settima del Real. Tecnica sopraffina, qualità nel pensare calcio in un certo modo, a livello dei più grandi. Un umanità legata ad una grande intelligenza che poi gli hanno permesso anche di fare il dirigente per il Madrid".