Sempre pronto a ripartire. Motivato, determinato. Esperienza e capacità, il marchio di Marco Amelia. Dalla Premier alla… Premier? Possibile, perché le richieste non mancano per tornare in Inghilterra lì dove è stato con la maglia del Chelsea: “Un’esperienza fantastica per tanti aspetti - racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com -, conoscere e lavorare con due grandi allenatori come Mourinho ed Hiddink e condividere lo spogliatoio con grandi campioni ha arricchito il mio bagaglio di conoscenza ed esperienza. Al Chelsea ci sono giocatori fortissimi tecnicamente, ma anche uomini di grande valore”, spiega Amelia. “Appena sono arrivato a Londra ho trovato un ambiente in difficoltà soprattutto sotto il profilo dei risultati, le prestazioni erano sempre di alto livello, ma alla fine mancava sempre qualcosa per portare a casa punti pesanti e lottare per difendere il titolo di campioni di Inghilterra. Abbiamo lavorato tanto per recuperare terreno e sicuramente qualcosa di buono abbiamo fatto nello spogliatoio, ci siamo ricaricati per prepararci ad affrontare questa stagione sapendo che dovevamo per forza tornare a grandi livelli. Cosa che oggi è sotto gli occhi di tutti, il gruppo era valido e lo sta confermando sul campo”: niente da aggiungere. Stagione difficile prima del rilancio, ed ora Chelsea lassù in testa con un italiano in panchina. Cos’è cambiato? “Penso che le difficoltà siano state soprattutto psicologiche: questo gruppo ha praticamente vinto tutto negli ultimi 5 anni e dopo la conquista del campionato - dove sono state spese molte energie mentali - c'è stato un calo fisiologico, una sorta di rilassamento, che però a quei livelli non ti puoi permettere perché poi perdi terreno in classifica e recuperare diventa un'impresa titanica. Credo che Conte abbia trovato fin dal primo giorno una squadra con grande voglia di riscatto e, nonostante le normali difficoltà di ambientamento e adattamento, Antonio stia facendo un grande lavoro. Ha portato la sua mentalità vincente, il suo modo di preparare le partite e una filosofia di lavoro duro negli allenamenti che forse in Inghilterra in generale manca. A questo va aggiunto che stiamo parlando sempre di un top club e di grandi campioni abituati a vincere. Credo proprio che si toglierà delle belle soddisfazioni a Londra”, spiega Amelia.
Tempo di mercato, anche per i suoi ex compagni. Uno su tutti: Oscar, addio Premier e benvenuto in Cina. Scelta condivisibile? “Oscar è stato mio compagno di squadra al Chelsea la scorsa stagione: è un bravissimo ragazzo oltre che un calciatore di livello assoluto. Quella di andare in Cina è una scelta assolutamente personale, che ciascuno deve fare valutando bene tutti gli aspetti, tecnici, economici e personali. Ad oggi è un campionato che forse regala ancora pochi stimoli, però ripeto non ritengo giusto giudicare i miei colleghi che accettano queste offerte, di sicuro di fronte a proposte di questo genere chiunque si troverebbe in seria difficoltà nel prendere una decisione. Per quanto mi riguarda il problema non si pone perché il regolamento della federazione cinese impedisce di tesserare portieri stranieri, quindi nonostante abbia molti estimatori in Cina, un mio trasferimento là non sarebbe comunque fattibile”. E allora si torna a guardare in Europa. Anzi: Italia ed Inghilterra. La Serie A e la Premier: “Tra i 2 campionati ci sono molte differenze. Tatticamente in Inghilterra si lavora di meno e si lascia più spazio al talento individuale dei giocatori: c'è una mentalità di sfida totale nei 90 minuti, si crea sempre un'atmosfera incredibile in campo e sugli spalti. Inutile dire che gli stadi moderni e pieni di gente fanno la differenza, e se anche in Italia riusciremo ad avere strutture di quel livello sono convinto che questa atmosfera si potrebbe ricreare anche da noi. Calcisticamente in Italia il gioco è più tattico, mentre in Inghilterra è più tecnico e fisico. Di conseguenza anche gli allenamenti sono molto differenti proprio per questa ragione”.
E il futuro? “Conclusa l'esperienza al Chelsea ho avuto altre possibilità interessanti di restare in Premier, anche con proposte di contratto pluriennali, ma ho deciso di tornare a casa per stare vicino alla famiglia in un momento particolarmente difficile che poi fortunatamente si è risolto bene. Successivamente ho avuto altri contatti e sono stato nuovamente in Inghilterra ad allenarmi con alcune squadre tra novembre e dicembre, ma ho preferito aspettare il mese di gennaio. Gennaio adesso è arrivato e ora voglio valutare la soluzione ideale per me, ho 34 anni e ancora grandi motivazioni. Certo, sarebbe bello tornare indietro a 10 anni fa con la testa di oggi, sono più maturo e ho vissuto esperienze importanti, ma ho ancora la motivazione di tornare a fare bene. La testa c'è e il fisico risponde ancora bene, sono consapevole di poter dare ancora molto sia in campo che nello spogliatoio”. Il messaggio è chiaro, Marco Amelia è ancora in pista. Pronto, per un’altra sfida.