Da Cagliari a Malta, passando per Montreal, con scalo in Emilia. E' la storia di Andrea Pisanu, volto nostalgico del nostro calcio italiano. Un calciofilo a tutto tondo, che in Serie A ha militato con le maglie di Cagliari, Verona, Parma e Bologna. Talento "made in Italy" ma ora all'estero. E nel giorno del suo 34esimo compleanno, Pisanu racconta - in esclusiva su GianlucaDiMarzio.com - la sua vita... calcistica piena di aneddoti e curiosità. "Il calcio è davvero tutto per me. Poter parlare di calcio con qualcuno a 360° mi piace e mi emoziona davvero tanto". Il suo debutto è storico. Soltanto 16 anni, ma tanta voglia di emergere: "E chi se lo scorda, se ci ripenso, mi sento ancora emozionato. Era il 20 Settembre del 1998, avevo 16 anni e mi trovavo allo Stadio Delle Alpi, per giocare con il mio Cagliari. Questa data me la ricordo come fosse ieri, perché certi giorni non si dimenticano. E ti dirò, non l' ho neanche vissuta a pieno. Probabilmente perché ero troppo piccolo per rendermi conto di quello che stavo facendo".
Un bimbo, forse adolescente: ma non c'era tempo per le cotte, l'unico amore il pallone. E allora a 17 lascia la sua amata Cagliari e va a Siena, portando con sé una valigia carica di sogni e speranze, ma anche qualche lacrima di nostalgia verso la propria famiglia: "Adesso vivo a Sliema (Malta) con mia moglie e i miei figli. Qui si vive benissimo sai, ma casa è sempre casa. Per la prima volta da quando ho 16 passerò un compleanno con i miei genitori e con tutta la mia famiglia al completo. Infatti, adesso scappo a scuola per prendere i miei figli, poi organizzerò tutto. Non nego che il calciatore è un mestiere fantastico, che mi ha permesso di viaggiare e di raggiungere una certa stabilità economica, ma non è sempre stata facile, tra infrtouni e spostamenti". E se adesso il sole di Malta splende su Casa Pisanu, il clima sulla "Via Emilia" non è esattamente tropicale, ma il livello più alto della propria carriera Andrea lo ha raggiunto proprio da quelle parti: "Devo tanto a Parma e al Parma. Innanzitutto lì è nata mia figlia, quindi, è una città che porterò sempre nel cuore. Poi, da un punto di vista calcistico, Parma è stata fondamentale per me: ero molto giovane quando sono arrivato, ma da subito ho avuto i miiei spazi, giocando gare suggestive come quelle di Coppa Uefa. Sono arrivato ragazzo e sono partito da uomo. Ero un punto fermo del club, cosa che mi rendeva molto orgoglioso". E poi? "Sono andato via, ti dirò anche con qualche rimpianto. Non volevo lasciare Parma, ma ho sofferto tanto gli infortuni, non li ho accettati. E' stata molto dura". Infortuni patiti anche sulla sponda rossoblu dell'Emilia: "C'è un pò di rammarico, per non essere riuscito a fare di meglio. Nella mia carriera ho subito sei operazioni, che hanno fatto sì che mi ritirassi molto prima rispetto ai miei colleghi". Non prima di aver assaggiato, peró, la vita ed il soccer d'oltreoceano. Il Canada, una città suggestiva come Montreal, una squadra piena zeppa d'italiani. What else? "Già, mica male. E' un posto davvero aperto mentalmente, in una città biingue. Posto ideale, dove, tra l'altro, è nato anche mio figlio. Come hai detto tu, c'erano tanti italiani in squadra, per questo l'inserimento mio e della mia famiglia è stato senz'altro facilitato". Di Vaio, Ferrari, Corradi, Paponi, ma soprattutto Alessandro Nesta: "Sapessi che tipo di persona squisita è lui. Tutti sanno che Nesta è stato il difensore migliore del mondo, ma anche come persona è un tipo "mondiale". Ci sentiamo spessissimo, ed ora ad aprile volerò a Miami per seguire i suoi allenamenti, visto che è il "coach" della squadra". Montreal, Miami, States, Canada, ma quanto vi ha cambiato questa esperienza: "A me davvero tanto. Il calcio è un show, loro ti applaudono sempre, anche se la partita è andata male. Ho imparato a godermi questo aspetto del calcio, che prima non consideravo nemmeno. Un pò di sana pressione sportiva che si respira in Italia mi è mancata, ma è davvero bello immergersi in questa specie di realtà. Anche il mercato stile Nba con il "Draft" è molto affascinante e suggestivo. É figo prendere l'aereo e farsi sei ore di volo e tre di fuso per giocare una partita. Faticoso, ma è anche il bello di giocare lì. Poi non pensare che il livello sia scarso eh". Davvero? "Certamente. Molti giocatori della Mls sono qui per scelte di vita, ma ti dico che ci sono tantissimi calciatori che non sfigurerebbero affatto in Italia. Inoltre, hanno imparato ad investire sui giovani. Il livello della competizione crescerà ulteriormente". E adesso? "Quando ho smesso il 7 maggio scorso ci sono stato molto male, perché il calcio mi manca davvero da morire. Ti dico che non avrei mai pensato lì per lì di diventare un allenatore". Ed invece: "Ho preso la "Licenza Uefa B qui a Malta con la federazione maltese. Mi piacerebbe allenare sin da subito, ma rispettando le gerachie. Qualche mio collega, a volte, commette un passo più lungo della cambia, io comincerei dall'allenatore in seconda. Adesso mi godo i miei bimbi e la mia famiglia, curando, però, anche la mia scuola calcio: "Andrea Pisanu Soccer Accademy". Su e giù sulla fascia da calciatore, corre come un matto anche a fine carriera: tra l'amore per i bimbi, la passione per il calcio e la voglia di viaggiare. Tanti auguri ad Andrea Pisanu, volto vero e nostalgico del nostro calcio.Data: 07/01/2016 -