Ricordi che scivolano via tra un aneddoto e l’altro: le incazzature del Cholo Simeone, il temperamento di Sinisa Mihajlovic. Adrian Ricchiuti ha sfogliato il suo album per noi, in esclusiva su gianlucadimarzio.com. Ma… il presente che dice? “Eh Matteo, ora gioco in Serie D al Delta Rovigo! A gennaio ho lasciato il Rimini…”. Ne resto sorpreso, ma la vera notizia è quella dopo. E un po' mi fa male. “Manca poco, sono agli spiccioli: a luglio farò il patentino di allenatore a Coverciano. E' una decisione presa". Talento che andrà in soffitta, ahimè. Ma la passione non si tocca, quella mai: e chi lo tiene un Adrian così incollato sul divano di casa? "Io sono al Delta Rovigo per divertimento e per cercare di dare una mano a questa nuova generazione che del calcio non ha capito nulla. Non hanno capito cosa voglia dire 'andare a lavorare', avere la cultura del lavoro. Quando un anziano ci diceva una cosa, si correva a destra o sinistra, si provava in tutti i modi a realizzarla. Adesso… tra un po’ te menano pure”. Carica, voglia, amore per questo sport. Ricchiuti prima analizza la situazione, con lucidità: "Sentivo Totti… non ce la fai a smettere, se sei abituato a fare sempre questo lavoro qui, che ti appassiona… è davvero difficile smettere. Bisogna saper prendere delle scelte. L’età avanza, è complicato portare avanti tutto". Poi mette a fuoco il prossimo obiettivo: allenare. “Sarà un percorso difficile ma se uno non ci prova, non lo saprà mai. Vorrei provare. Ho avuto dei buoni maestri, nel bene o nel male. Montella, Maran, Atzori, Giampaolo, Acori… Simeone e Sinisa. Troverò nuovi stimoli, intanto parto dal basso con il patentino base poi si vedrà". E noi non possiamo che augurargli il meglio, con tutto il cuore...