‘Chissà se oggi viene...’. Se lo chiedono tutti, soprattutto i bambini. L’attesa al Lino Turina di Salò, oltre che per il derby della Feralpi con il Lumezzane, è anche per lui. Il misterioso ‘uomo che si maschera’. Impossibile saperne di più. Forse viene, forse no. Mezz’ora al fischio d’inizio…eccolo! Finalmente, si è fatto attendere più del solito. Risate, curiosità e gli immancabili selfie: davvero tutti gli si avvicinano. E’ a cavallo con una scritta dietro, impossibile da decifrare a primo impatto: ‘A nulla serve che vi armiate di posate e di maniglie, giammai riuscirete a metterci le briglie!!!’.
Sembra un racconto fiabesco. Lo scenario, d’altronde, è quello giusto: il lago di Garda sullo sfondo, un promontorio che si affaccia sullo stadio (e le squadre in campo che si riscaldano). E poi, c’è lui il protagonista: tra un selfie e l’altro con i tifosi (anche della squadra ospite, perché no?), sfila pure sotto la tribuna stampa accompagnato da un nutrito gruppetto di bambini, incuriositi dalla ‘maschera speciale’.
Lui è Rolando di Salò. E’ diventato ormai una star al Turina. Le sue sfilate nel pre-partita un rito immancabile, quasi obbligato. Un’idea, quella di mascherarsi appunto, nata diversi anni fa. "Tifo Feralpi Salò ovviamente, ma non sono uno di quelli sfegatati o che va allo stadio per fare risse o insultare. Poi mi travesto anche perché sono un po’ una primadonna”.
Molto loquace Rolando, con la battuta sempre pronta. Centoventidue costumi diversi: da mago, da Dante Alighieri e molti, molti altri. Ci racconta, tra strette di mano, scherzi e i bambini che non intendono di certo mollarlo: “Tutto comincia da una partita contro il Cervia di Ciccio Graziani. Andammo a Milano Marittima e ci ‘fregarono’ la partita. Così quella dopo, qui a Salò, sono venuto allo stadio con il mio abito da lavoro, ero un dipendente del presidente Pasini ora sono in pensione. Mi presento in completo da metalmeccanico,elmo giallo, scarpa anti-infortunistica e dietro un cartello che avevo fatto su in officina con scritto, ‘sono un giocatore del Cervia pentito, che per rendersi socialmente utile ha deciso di andare a lavorare’. E da quella volta non mi sono più fermato, ogni volta un costume diverso anche a seconda dell’avversario”.
Spiega i vari costumi, davvero tanti. Tutti affascinati, i bambini se lo porterebbero a casa. Foto a volontà. Nessun problema per il signor Rolando, gli piace tutto ciò: “Ripeto, sono un po’ una primadonna e mi piace mettermi in mostra. Diciamo che sono un tipo abbastanza ingestibile. Fuori da qui faccio teatro come hobby. Scrivo anche poesie e soprattutto non uso tecnologie di alcun tipo. Qui al Turina ogni volta un costume diverso e soprattutto un cartello diverso. Il tutto ovviamente senza offendere o dire parolacce, questo non mi interessa e ritengo che non abbia nulla a che vedere con il calcio. Il più bello? E’ difficile da scegliere. La scritta che ho scelto per il derby di Brescia? A Lumezzane fanno maniglie e posate, ma non riusciranno a metterci le briglie. Chiaro, no!?”.
Ma ne ricorda tutti. Uno in particolare: "Il Rodengo era la mia vittima preferita. Quando abbiamo giocato contro di loro, mi sono vestito da sommelier e dietro avevo scritto una piccola poesia: 'Buongiorno a voi oh franciacortini, produttori di nobili vini. Maestri di baldanza, che non è sinonimo di eleganza'. Poi con il Novara, ad esempio mi sono vestito da nobile". E la poesia? Certo, l'ho dedicata una anche a loro! 'Benvenuto alla nostra corte, oh nobile Novara. Attento, guarda, impara! Ranellucci segna e Branduani para'.
Un personaggio molto particolare. Intrigante, un po’ misterioso. Il protagonista perfetto. Svela, ma non troppo. Non si fa vedere sempre al Turina. Spesso sì, ma ammette di non essere un ‘fedelissimo’. Da buon 'cantore' preferisce tenere il suo pubblico sulle spine, fino alla fine. Nobile, crociato…ah quante ne ha cambiate! Perché il calcio deve essere questo: condivisione, allegria. Non si stanca, giustamente, di ripeterlo. Ormai il signor Rolando lo conoscono tutti, calciatori compresi. Sorride e fa sorridere. Cos'altro serve? Appuntamento, dunque, al prossimo travestimento: in rima, come piace a lui…