L’eccellenza dell’Academy del Manchester United, un fiore all’occhiello invidiato da tutto il mondo calcistico. Parliamo di un settore giovanile che è riuscito a mantenere invariato il proprio apporto di talento destinato alla prima squadra, dalla fine degli anni ’30, passando per le ere storiche di Busby e Ferguson, fino ad oggi.
La rosa di oggi
Sono diversi i giocatori cresciuti nel vivaio dei Red Devils che ora militano in prima squadra: dal sempre più centrale Marcus Rashford, in gol anche contro il Leicester, a Paul Pogba (per quanto tempo?), ai giovani in rampa di lancio Scott McTominay, Brandon Williams e Mason Greenwood. Senza dimenticare Jesse Lindgard e Timothy Fosu-Mensah, nonostante ora fatichino a trovare spazio.
È sempre stata una tradizione per il Manchester United utilizzare calciatori prodotti del vivaio, così tanto che si è trasformata in un record impareggiabile a livello numerico. Con il match del boxing day di oggi contro il Leicester, sono 4059 le partite consecutive nelle quali fra gli 11 titolari figura un calciatore dell’Academy. Nella giornata odierna, sono stati Rashford e McTominay a garantire la continuità di questo speciale risultato.
La striscia è incominciata addirittura 83 anni fa, più precisamente il 30 Ottobre 1937. In quel caso, nella sconfitta contro il Fulham scesero in campo Tom Manley e Jackie Wassall. Nonostante il livello dello United si sia costantemente alzato negli anni seguenti, la presenza di almeno un giocatore proveniente dal settore giovanile è stata sempre garantita. Espressione di quanto l’Academy abbia lavorato bene nel corso degli anni per produrre talenti in grado di competere con nomi provenienti da tutto il mondo.
Negli anni '50...
Nell’epoca di Sir Matt Busby, a cavallo fra gli anni ’50 e ’60, furono i cosiddetti “Busby babes” a rappresentare l’orgoglio di Manchester. Infatti, una serie di giocatori scoperti da Jimmy Murphy nelle zone limitrofe alla città e poi portati in prima squadra da Busby stesso, contribuirono a numerose vittorie e alla creazione di una cultura vincente. Otto dei “babes” morirono tragicamente nell’incidente aereo di Monaco di Baviera del 1958, gli altri li onorarono continuando l’egregio lavoro svolto da loro sul campo. Una ciclo di vittorie che è culminato nella vittoria della Coppa dei Campioni del 1968, capitanati dal leader di quella generazione, Bobby Charlton.
Fu un altro storico allenatore, sempre con il titolo di Sir, ovvero Alex Ferguson, a riportare lo United ai massimi livelli dopo una serie di difficoltà negli anni ’80. La sua squadra era ancora più centrata sui giovani talenti prodotti in casa, dato che il cuore di quel Manchester United era rappresentato dalla “Class of ‘92”, nome che deriva dall’anno in cui quei ragazzi si aggiudicarono la FA Cup giovanile. Capitanata da una leggenda come Ryan Giggs e da forti personalità come Paul Scholes e Gary e Phil Neville, quella annata poteva vantare anche calciatori della statura di David Beckham e di Nicky Butt, che tutt’ora cordina una parte del settore giovanile della società.
Conquistarono 7 Premier League tra il ’92 e il ’01, oltre che la Champions League del 1999. Ne sa qualcosa l’attuale allenatore dei Red Devils, Ole Gunnar Solskjær, protagonista di quella incredibile serata di Barcellona. Il norvegese sta portando avanti questa politica storica del club puntando su giovani di talento fatti in casa.
Lo scorso dicembre, in occasione del raggiungimento della partita numero 4000 con in campo un giocatore dell’Academy, ha dichiarato al sito ufficiale del club: “Dare una chance ai nostri giovani è una tradizione di cui siamo molto fieri. E’ parte del nostro DNA e si impara facilmente nel momento in cui si approda al nostro club. Questo è un traguardo di cui siamo orgogliosi, speriamo di continuare così”.
"Risultato clamoroso"
La soddisfazione è chiaramente condivisa anche dal responsabile del settore giovanile dello United, Nick Cox: “Per tutti noi dell’Academy è un risultato clamoroso, sono letteralmente 80 anni di impatto del nostro settore giovanile nei grandiosi risultati ottenuti dalla prima squadra. Tutto ciò dimostra ancora una volta che la nostra Academy è la base della società”.