Per conquistare tutti gli sono bastati trenta minuti e un gol da favola. Uno di quei colpi per cui lo chiamano mago. Il chiacchiericcio è partito subito e sugli spalti ci si chiedeva soltanto che ci facesse uno così in Serie D. Facundo Coria si porta dietro il soprannome di un tennista: scherzi dell’omonimia, merito dell'innata capacità di riprodurre in campo gesti fuori dal comune, un po’ come l’altro, Guillermo, faceva con la racchetta.
(credits video: WeSport)
Fantasista dalle grandi qualità, in Italia è arrivato a 32 anni e non esattamente dall'ingresso principale. “Forse perché non ho mai creduto fino in fondo alla gente, quando mi diceva che fossi tanto forte”, racconta in esclusiva a Gianlucadimarzio.com. Giocava al Monagas, prima divisione Venezuelana: “Poi ho rescisso il contratto, la situazione lì era diventata insostenibile. La crisi economica aveva raggiunto il punto più alto, molto spesso in casa e nelle strade mancava addirittura la corrente elettrica. Ogni cosa, anche la più semplice, diventava terribilmente complicata”.
Allora, hanno bussato alla porta l'ex bomber del Torino Marco Ferrante e il presidente Rocco Arena. Il trasferimento all’Fc Messina si è concretizzato immediatamente: “Mi hanno convinto con il loro progetto e sono davvero felice della nuova esperienza. La categoria non mi importa, ma è ovvio che voglio vincere per abbandonarla presto”. I problemi di Coria stavano altrove: “Il transfert ha tardato ad arrivare e io non potevo aiutare i compagni. Ho sofferto stando fuori e adesso devo recuperare il terreno perduto”.
Gli ostacoli della burocrazia, il talento cristallino frenato da carte e permessi: un film già visto, di cui Facundo avrebbe fatto volentieri a meno: “Ero già stato in Europa, a inizio carriera ho militato nel Villareal B, in Spagna, però, da extracomunitario mi mandavano continuamente in prestito. Rimane un bel periodo, ma alla fine sono dovuto tornare in America”.
Il Messico al Pachuca nel 2010, la sua Argentina con la maglia dell'Estudiantes l'anno dopo: “Con me c'era un giovanissimo Duvan Zapata, aveva una forza fisica impressionante e si intuiva sarebbe diventato un calciatore di primissimo piano. Il tempo gli ha soltanto dato ragione”. Beragamo, d'altronde, pullula di ex compagni: “Ci sono pure Palomino e il Papu Gomez. Ho un ottimo rapporto con tutti e gli ho scritto subito, quando ho ricevuto l'offerta dall'Italia”.
La loro risposta è stato un coro unanime: “Mi hanno detto di fare le valigie e partire, di non esitare un secondo”. La lingua ancora gli crea qualche problema: “Per fortuna ho chi mi aiuta, ma presto imparerò come si deve. In campo, al mio fianco, c'è un altro argentino, il pocho Ezequiel Melillo, lui mi fa da interprete con i compagni”.
Oggi guida i ragazzini e il nastro si riavvolge, passando i rassegna i suoi maestri: “Veron non ha bisogno di presentazioni. Un veterano con un carisma immenso. Aveva girato in lungo e in largo l'Europa, poi ha deciso di ripartire da dove tutto era cominciato e per noi è stata una fortuna”. Un privilegio, insieme alla possibilità di giocare con il suo idolo d'infanzia: “Riquelme, all'Argentinos Juniors nel 2014 il più forte che io abbia mai incontrato su un campo di calcio. Per me è significato realizzare il sogno del bambino a cui per la prima volta avevano messo un pallone fra i piedi”.
In un costante viavai, compare anche una tappa in America, al Dc United nel 2015: “L'Mls è un campionato in continua evoluzione. Anni fa, investivano su grossi nomi magari sul viale del tramonto, per guadagnare blasone e notorietà. Ora le politiche sono cambiate, ci sono tanti giovani e sempre più calciatori dal Sud America decidono di approdare negli Usa. La mia scelta, lo testimonia”.
L'aereo lo ha portato in Sicilia, per scrivere l'ennesima pagina di un racconto avvincente. La metafora calza a pennello su ragazzo dai piedi educati e il profilo basso: “Fuori dal campo sono una persona tranquilla. Leggo molto, mi piace informarmi, conoscere ciò che accade nel mondo e pensare alla mia famiglia”. Guardando il mare, sempre in attesa della prossima magia.
A Cura di Nanni Sofia
Foto Fc Messina Marco Familiari
LEGGI ANCHE: TONALI E LA FORZA DI UNA FAMIGLIA UNITA. E NONNA GINA...