Sacrificio, passione, dedizione. E soprattutto lavoro duro, imprinting chiaro dell’allenatore Moreno Longo, uno a cui la vita non ha regalato nulla, i cui risultati (ottimi) derivano solo e soltanto dalla perseveranza, dalla voglia di non mollare mai, da quel Cuore Toro che vibra forte dentro di lui. E quando, poi, riesci a comunicare, a trasmettere il tuo credo, le soddisfazioni arrivano. Per la squadra, per la società, per tutti. Dodici risultati utili consecutivi (l’ultima sconfitta il 18 febbraio contro il Benevento), sei partite…e trequarti senza subire gol. Ah, che musica maestro Moreno. Ah, che risultati la Pro Vercelli.
Dalla favola generale a quella individuale. Ivan Provedel, un altro di quelli pane, calcio e gavetta. Portiere per amore verso Toldo, pioniere di libertà e spensieratezza e ora anche recordman. 614 minuti di imbattibilità, nessuno come lui in Serie B…“Nelle passate stagioni, comunque, Gabriel al Carpi e Arcari sono riusciti a fare meglio di me. E poi ci tengo davvero a sottolineare, non per mera retorica, che il mio record è merito di tutta la squadra e di tutto lo staff tecnico. E’ il risultato del sudore, della grinta, della passione di tutti noi. Sono dell’idea – racconta Provedel ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - che la forza del singolo derivi sempre, o quasi, da quella del collettivo”. E che questi pensieri qua non siano mera retorica lo si evince dalla sua storia, dal fatto che a distanza di mesi e con risultati totalmente diversi sia rimasto della stessa idea. Coerenza magistra vitae. Anche se forse quei millimetri ora sono diventati centimetri… “Speriamo, dai. Per ora il motto è ancora lo stesso: fare un millimetro in avanti al giorno, mai guardare indietro. Ho già la calce in mano per andare a rattoppare quel mattoncino che è caduto dal muro con il gol di Çani”.
Dal metaforico al fattuale, “Il record mi costa una cena che pagherò a tutta la squadra…ma solo a salvezza aritmeticamente acquisita, eh! Anche perché qui sono molto scaramantici, se poi andiamo a cena e faccio cadere il sale…”. Sorride Provedel…e ne ha ben donde! 614 minuti, quanti sono? “Eh son tanti, è stato un bel premio di squadra per il lavoro e i sacrifici. Per un portiere non prendere gol è quasi una ragione di vita, pensi: ‘Se non mi faccio segnare, male che va la partita finisce zero a zero’. Ma ripeto, ora penso soltanto a rimetter su quel mattoncino…”. La forza di guardare avanti perché nel calcio non conta né ciò che è stato fatto né il passato, conta il domani, la voglia di far meglio di oggi. “Mio papà da lassù mi ha aiutato, io sotto la maglia da gioco ne porto sempre un’altra per lui che mi da tanta forza”.
Muro Provedel e quei sogni notturni, perché quando ami davvero una cosa non riesci a non pensarci… “Sì, la parata su Letizia contro il Carpi me la rivedo spesso davanti. E’ stata molto istintiva, lui ha tirato da vicino…per fortuna che ho le manone”. Con le quali sei riuscito ad allontanare anche le macumbe dei compagni… “Assolutamente, queste settimane qua me ne hanno lanciate diverse (ride). ‘Vedrai, adesso prendi gol’. Oppure contro la Salernitana, che mi mancavano venti minuti per il record, nello spogliatoio mi dicevano… ‘Prove, è scritto che lo prendiamo nei primi cinque minuti’. L’altro giorno in allenamento mi han segnato… ‘Prove, sei cambiato’. Siamo un grandissimo gruppo, stiamo bene insieme, ci divertiamo”. Quindi dovrete fare qualcosa di importante in vista della salvezza? “Vediamo l’ignoranza dove ci porta”.
Umiltà e valori. Sono questi i due elementi fondamentali per scrivere pagine importanti nella nostra vita (calcistica e non). Sorrisi e parole possono aiutare, ma alla fine contano solo i numeri…e nella fattispecie anche un bel muro, estremamente solido. Ma un muro, come una casa e come tutte le altre cose per reggere deve avere delle fondamenta importanti, le quali non si vedono ma in fin dei conti risultano decisive. Il resto un mattoncino alla volta, con calma e pazienza. Pochi segreti, tanto impegno: eccolo qua, Muro Provedel…