Numero trentasei sulla maglia, carta d’identità che alla voce anno di nascita segna 1997 come data. Mancino delicato, professione volante, intelligenza tattica sopra la media, sguardo sveglio di chi sa benissimo dove vuole arrivare. E un soprannome che non può passare inosservato, ‘piccolo Redondo’. Il motivo? Presto spiegato: quel ragazzino che ha incantato nelle giovanili del River Plate ha una caratteristica unica, non perde quasi mai un pallone. Santiago Colombatto, segno particolare: predestinato.
Un talento che il Cagliari coccola, ammira e appena ha l’occasione Rastelli manda in campo: sabato scorso l’esordio in Serie B a Latina, a dicembre quello in TIM Cup contro il Sassuolo. E su cui ha creduto più di tutti gli altri. Latina e Juventus incluse. Perché quando Fernando Riesco e l’ex Inter Ivan Cordoba, agenti del calciatore, portano il ragazzo in prova al Latina nel gennaio del 2015 l’esperienza è tutt’altro che positiva: un impatto con l’ambiente che non ha lasciato il segno, tre giorni dopo valigie chiuse destinazione… Torino.
Una settimana con la maglia bianconera addosso, quanto basta per convincere la Juventus a tesserarlo. Il ragazzino piace eccome, ma il River Plate non vuole rinunciare al premio valorizzazione: operazione che a costo zero non può andare in porto, Juventus che in quel preciso momento storico non ha la possibilità/volontà di investire su un altro giovane. Niente di fatto, affare saltato. Poi la chiamata rossoblù: il Cagliari ci crede, lo osserva da vicino per un lungo periodo di tempo poi, poco prima dell’esordio contro il Sassuolo avvenuto lo scorso quattro dicembre, il primo contratto da professionista. Intesa triennale, investimento importante.
Che adesso inizia pian piano a dimostrarsi vincente: perché Santiago Colombatto, argentino di nascita ma con passaporto italiano, è monitorato con attenzione anche dalla Nazionale U20 azzurra. Un altro segnale importante sulla via di una carriera che ha tutte le carte in regola per spiccare il volo. Il ‘piccolo Redondo’ lavora per diventare grande e la strada intrapresa sembra essere proprio quella giusta. Il Cagliari lo sa e sorride. Latina e Juventus, forse, un pochino meno.