Siamo nel 1993. Nelson Mandela vince il Nobel per la Pace e Bill Clinton si insedia alla Casa Bianca. Ma è anche l’anno in cui viene girato Pulp Fiction e inciso In Utero, ultimo album dei Nirvana, prima della scomparsa del suo leader. E' un periodo di fermento, nel quale i nemici del mondo occidentale sembrano finiti. Tutt'altro: è proprio il 1993 a registrare il primo, e non ultimo purtroppo, attacco al World Trade Center di New York. E anche per l'Italia è un anno infuocato. Che deve fare i conti, amari, con gli avvenimenti di quello precedente: le tragiche morti di Falcone e Borsellino per mano della mafia, e lo scandalo Mani Pulite, soltanto all'inizio. Ed è sempre questo l'anno in cui la nostra politica si sfalda mentre il Trattato di Maastricht dà vita all'Unione Europea.
Il 1993, tuttavia, è anche un anno di calcio, italiano in particolare: il Milan di Capello vince il campionato, staccando l’Inter di quattro punti. Quella rossonera è una squadra stellare, a iniziare dalla difesa, comandata da Baresi e Costacurta, fino alla stella più luminosa, Van Basten, ma anche Papin, Massaro e Gullit. Quel Milan è così forte che arriva in finale di Coppa dei Campioni, dove perde contro il Marsiglia di Didier Deschamps. I francesi vincono un’edizione particolare della coppa più ambita. Con la dissoluzione della Jugoslavia dell’Unione Sovietica infatti, il panorama della nazioni che possono prendere parte alla competizione diventa più ampio. Così, la UEFA, nel corso del torneo, organizza gruppi di squadre che si affrontano per la qualificazione. Questi gruppi prenderanno il nome di UEFA Champions League, con tanto di logo registrato e inno ufficiale. E UEFA Champions League, diventerà poi il nome ufficiale dell'intera competizione. Proprio in quell'anno di cambiamento della formula, il Milan sarà chiamato a giocare al posto del Marsiglia, retrocesso per illeciti, la finale di Coppa Intercontinentale a Tokyo, che perderà 2-3 contro il Sao Paulo, in dicembre.
Il 1993 è anche l’anno delle italiane in Europa: è la Juventus a vincere la Coppa UEFA nella doppia finale contro il Borussia Dortmund. Nel 3-1 in Germania, vanno in vantaggio i tedeschi con un gol di Michael Rummenigge, fratello minore di Karl Heinz. Poi però, i Baggio la ribaltano. Pareggia Dino e la sigla Roberto, con una doppietta. Il ritorno sarà un 2-0 in discesa. E proprio per l'autore di quelle due reti all'andata, il 1993 è l'anno della consacrazione: Roberto Baggio vince la 38esima edizione del Pallone d’oro, con il mondo ai suoi piedi e pronto a vederlo protagonista al Mondiale '94 in America, che purtroppo non è andato come ci si aspettava.
Tanti intrecci, tante storie di calcio in questo 1993. Come il Torino di Emiliano Mondonico, che vince la Coppa Italia battendo la Roma. L’andata la vincono i granata tre a zero, il ritorno finisce cinque a due per la Roma. Non basta per sollevare la coppa, ma dei giallorossi, oltre alla tripletta di Giannini, il gol della speranza, lo segna un centrocampista serbo, che del Torino, parecchi anni dopo, è diventato allenatore: Sinisa Mihajlovic. In Spagna, è il Barcellona a vincere la tredicesima Liga all’ultima giornata, ma tra le fila del Real Madrid spicca un attaccante cileno che sarà dell'Inter, con la famosa maglia 1+8, pochi anni dopo: Ivan Zamorano. In Germania, il Werder Brema di Otto Rehhagel vince la Bundesliga all’ultima giornata, grazie al pareggio del Bayern Monaco contro lo Schalke 04 mentre in Inghilterra la prima edizione della Premier League se la aggiudica il Manchester United di Sir Alex Ferguson.
Così il 1993 è stato un anno di cambiamenti su diversi piani: calcistico, politico e sociale. Un anno controverso, con il progresso tecnologico che avanzava e la classe politica in prossimità di mutamenti irreversibili. Novità e instabilità allo stesso passo. Ma i ricordi di quell'anno restano indelebili e fissi: Mandela e Bill Clinton, ma anche Baggio, Van Basten e il Milan di Capello.
Il 1993 è stato tutto questo.