Sembra di essere tornati indietro di qualche anno. Ma è tutto nuovo, tutto diverso. Tutto nuovamente magico. E non è Natale a parlare. È calcio. Puro, vero. Pioveva a Torino e pioveva a Milano. L’Emilia-Romagna personaggio non tanto secondario del nuovo-vecchio duello scudetto: Sassuolo e Spal sul cammino di Juventus e Inter. Siamo alla quattordicesima giornata, potremmo fare un salto indietro di circa un mese, passando alla nona.
Anche lì, l’Emilia fu una coprotagonista fondamentale: perché il Parma, a San Siro, fermò un’Inter che aveva l’occasione ghiotta di superare la Juventus. I bianconeri a Lecce si erano fermati sul pari, ma Karamoh (con uno strepitoso Gervinho) rovinò la possibile festa della squadra di Conte. Finì 2-2 e l’allenatore era non preoccupato, ma “preoccupatissimo”. Qualche settimana prima, anche peggio: era l’inizio di ottobre, ma a Milano già si gelava. Poco mancava che piovesse durante la partita. La Juve era riuscita a vincere sull’Inter, in quella che probabilmente è stata finora la partita più bella della gestione Sarri. Anche lì, Conte non si nascose per niente.
E ora? È tutto diverso. Sessantamila persone a tifare una squadra che sa di poter dare tantissimo, con pochi uomini a disposizione. Vince 2-1 sulla Spal e volta in testa, sfruttando il passo falso juventino contro il Sassuolo (che giocava in porta con un esordiente: Turati). Festeggiano i tifosi, salta tutta la panchina nerazzurra. E saltano soprattutto loro, i giocatori: Lautaro ne fa due, diventa il miglior realizzatore dell’Inter (13 gol tra campionato e Champions) e dimostra che la coppia con Lukaku non è un azzardo. Ma una scommessa vinta.
È passato poco più di un mese da Inter-Parma, ma sembra una vita. Brozovic (che non è solo più il "coccodrillo"), allora, con un retropassaggio favorì la prima rete di Karamoh. Ora, recupera su Valdifiori la palla che dà il via al primo gol del “Toro”. Lazaro, ai tempi, quasi non vedeva campo. Ora è una pedina su cui poter fare affidamento. Poi ci sarebbero Candreva (oggi altro assist, bellissimo, per il secondo gol di Lautaro), Gagliardini e Vecino: tutti giocatori a cui Conte ha saputo dare un indirizzo dopo qualche difficoltà.
Questa volta l’Inter, sotto la pioggia, in un gelido primo di dicembre, si scalda con tre punti e un primo posto non solo ritrovato, ma sudato fino all’ultimo minuto. “Senza di noi, la lotta scudetto sarebbe già finita”, aveva detto sempre lui, Antonio, forse esagerando un po’. Ma il concetto era ed è chiaro. E la preoccupazione? In attesa degli sviluppi di mercato (Vidal?), si è trasformata in fastidio. “Quello che cerchiamo di dare fin dal primo giorno ai nostri avversari”. Un bel passo avanti, non c’è che dire.
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