Si sono amati tanto, Mauro Icardi e l'Inter. Amore a prima vista, un colpo di fulmine, da quel 14 settembre 2013. Alvarez strappava il pallone alla difesa della Juventus e imbucava un filtrante per il nuovo numero 9 dell'Inter che batteva Buffon, diventando subito bestia nera dei rivali di sempre nel derby d'Italia. Prima alla Samp, poi all'Inter, il quarto degli otto gol complessivi segnati ai bianconeri.
A sette anni di distanza, finisce però la storia di un amore travagliatissimo ma pieno di bei momenti, con l'accordo ormai definito tra Paris Saint-Germain e Inter per 50 milioni di euro più bonus (qui i dettagli). Dopo il prestito con diritto di riscatto del 2 settembre 2019, ecco che Mauro Icardi sposa in toto la causa del PSG con un ricco stipendio e la possibilità di provare a vincere la Champions League dopo il titolo "anticipato" (causa COVID-19) di Campione di Francia.
Icardi lascia l'Inter dopo 219 partite, 124 gol e 28 assist. Numeri da goleador assoluto, da cecchino dell'area di rigore, da centravanti vero. Di quelli che vivono per il gol, che non pensano ad altro se non a battere il portiere avversario e a segnare il più possibile. E non a caso, l'argentino chiude la parentesi nerazzurra al settimo posto tra i marcatori di tutti i tempi, davanti a un mostro sacro del gol come Christian Vieri.
Dalle discussioni sul rinnovo alla rottura del febbraio 2019, con la fascia di capitano (che Icardi portava al braccio dal 2015) tolta e assegnata ad Handanovic. Quasi due mesi fermo e poi il ritorno con gol a Genova.
L'ultimo gol al Napoli, nel 4-1 del San Paolo del 19 maggio 2019. Un gol (inutile) su rigore per il sigillo numero 124, cui avrebbe potuto seguire la rete numero 125 in casa, a San Siro, contro l'Empoli, sempre su rigore. In porta uno strepitoso Dragowski a dire di no alla conclusione dal dischetto. Poi la sostituzione con Lautaro Martinez, il freddo saluto con Spalletti e la seconda qualificazione consecutiva in Champions League. Di nuovo in una serata thriller, come all'Olimpico nel 2018 (in cui, però, Icardi segnò), per chiudere il cerchio nerazzurro con strascichi troppo grandi per essere rimarginati.
Un rapporto, quello tra Icardi e i tifosi dell'Inter, che è spesso stato un odi et amo. La lite con gli ultras a Reggio Emilia contro il Sassuolo (poi spiegata nel discusso libro edito nel 2016 Sempre Avanti) cui fa da contrappeso la coreografia dedicatagli da San Siro al raggiungimento dei 100 gol in nerazzurro (qui la Icardi-Mask). Un amore mai sbocciato definitivamente con la Curva, controbilanciato da un'attesa quasi spasmodica degli altri componenti di San Siro per un suo gol e quell'esultanza a fomentare il pubblico. Mani alle orecchie: "Non vi sento", marchio di fabbrica in nerazzurro proprio da quel primo gol alla Juventus.
Nessun trofeo di squadra vinto in nerazzurro, ma ben due titoli di capocannoniere della Serie A (entrambi ex aequo, prima con Toni e poi con Immobile), nel 2015 e nel 2018, che gli hanno permesso di entrare nella squadra dell'anno proprio in quelle due stagioni, oltre al premio di miglior calciatore assoluto del 2018 con la ciliegina del miglior gol (qui i risultati). E proprio in occasione del secondo titolo di capocannoniere (col fondamentale gol contro la Lazio all'Olimpico all'ultima giornata), l'argentino aveva omaggiato così i suoi compagni.
È però finita. La storia d'amore al capolinea, come due innamorati che, dopo sette anni (di cui uno di pausa), si separano per pensare a un futuro diverso, l'uno senza l'altro. L'Inter senza Icardi, con un progetto ambizioso e la voglia di tornare ad alzare un trofeo che manca dalla Coppa Italia del 2011. Mauro, di contro, sarà senza i colori nerazzurri, pronto a continuare a fare quello che gli riesce meglio: gol. 20 nella prima stagione (monca) al PSG in 31 presenze. Media gol impressionante, da cecchino dell'area di rigore. Capitano ed ex capitano, numero nove ed ex numero nove, simbolo ed ex simbolo. Nerazzurro e ora ex nerazzurro. Tra Mauro Icardi e l'Inter è davvero, definitivamente, finita.
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