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Guerra in Israele, il calcio si ferma. Paura per il c.t. Benayoun

Il conflitto tra Israele e Palestina è di nuovo al centro dell’attenzione mediatica. L’attacco di Hamas e la dura risposta dell’esercito di Netanyahu stanno lasciando l’ennesima scia di sangue e dolore nel paese. In questo contesto, è stato annunciato lo stop alle partite dei campionati in Israele. Sospesa anche la gara della nazionale contro la Svizzera, valida per le qualificazioni ad Euro 2024. “Sono giorni difficili e dolorosi, ma sapremo riprenderci e ne usciremo più forti“, afferma il presidente della Federcalcio israeliana Shino Zuaretz

Guerra in Israele: morto un ex calciatore. Paura per Benayoun

Uno degli epicentri dell’inferno vissuto in Israele è stato il kibbutz di Be’eri. Qui, durante una festa, circa 50 miliziani di Hamas hanno aperto il fuoco provocando diverse vittime. Tra questi, l’ex attaccante di Hapoel Beer Sheeva e Hapoel Tel Aviv Lior Asulin. Un altro calciatore, Ben Binyamin del Kiriyat Yam, è rimasto gravemente ferito.
Attimi di paura anche per Youssi Benayoun. L’ex Liverpool e attuale c.t. della nazionale israeliana ha perso per qualche ora i contatti con la sorella, residente proprio a Be’eri. È stata salvata dal figlio di 20 anni, che in un atto eroico ha ucciso tre terroristi di Hamas entrati nella loro casa.

Sono già molti i giocatori stranieri che hanno lasciato il paese sotto il permesso dei rispettivi club. Il primo a farlo è stato Manuel Silva, portiere del Beitar Jerusalem, tornato in queste ore in Portogallo. A seguire questa decisione anche i giocatori stranieri del Maccabi Tel Aviv. Molti altri lasceranno Israele, anche se in queste ore sono in corso problemi con le compagnie aeree che stanno bloccando tutti i voli da e verso il paese.

Solidarietà e polemiche: le reazioni del mondo del calcio

Il mondo del calcio ha subito mostrato la propria vicinanza alle persone colpite dal conflitto in Israele. Il Maccabi Haifa si è subito messo a lavoro per la popolazione, aprendo una raccolta di beni di prima necessità per i civili colpiti dal conflitto. A livello internazionale, il terzino ucraino Oleksandr Zinchenko, che sa bene cosa vuol dire vedere il proprio paese in guerra, ha mostrato la propria vicinanza a Israele. “I Stand with Israel” ha scritto il giocatore dell’Arsenal nelle proprie Instagram stories. Di diverso stampo invece i tifosi del Celtic Glasgow. Nel match di campionato contro il Kilmarnock, la Green Brigade (il tifo organizzato dei biancoverdi) ha esposto uno striscione a supporto del popolo palestinese e di Hamas. “Vergognatevi! Supportate un’organizzazione terroristica che celebra l’uccisione degli innocenti. – ha risposto Nir Bitton, ex giocatore proprio del Celtic – Molti di voi non sanno nemmeno dove Israele sia. Smettetela di farvi fare il lavaggio del cervello e informatevi sui fatti“. A supporto di Israele è invece uno striscione mostrato dalla tifoseria del Werder Brema nella gara di ieri contro l’Hoffenheim. “Perchè non gli sparano in testa?!?” ha scritto su Twitter Shawn Weissmann, attaccante del Granada e della nazionale Israeliana, riferendosi ai terroristi di Hamas.

Davide Lusinga

Giornalista pubblicista classe 2000. Napoletano di nascita e milanese d’adozione. Non aver mai completato un album delle figurine Panini è un mio rimpianto. Cerco di rifarmi collezionando magliette delle squadre di calcio. A pallone ci giocavo, ma mi viene meglio raccontarlo. Il mio stile di vita è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

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