Focus Mantova – Signorelli: “Dopo anni di prese in giro, ora questa piazza può tornare a sorridere. Città meravigliosa, parla con la sua storia”
“Mantova è una città meravigliosa, ovunque ti giri c’è storia”. D’altronde la prima impressione è spesso quella che conta maggiormente, la più sincera. Pensiero preciso, mirato quello del direttore sportivo Elio Signorelli. Città e calcio, simbiosi importante per far bene. Serve tranquillità e soprattutto entusiasmo, che dalle vie del centro si incanala facilmente verso lo stadio. E’ tornato il sole a Mantova, è tornato il sorriso. “Da quando siamo arrivati a fine gennaio insieme alla nuova proprietà, abbiamo scalato posizioni in classifica: dal penultimo al quintultimo posto, ma è ancora lunga, lunghissima. Senz’altro l’aiuto dei tifosi e la professionalità dei ragazzi costituiscono ottimi auspici per il finale di stagione”.
Fine gennaio, nuova proprietà. Una ‘scommessa’ forte, a mercato quasi chiuso e con una classifica tutt’altro che rassicurante. Ma la passione non conosce limiti, né numerici né temporali… “Abbiamo un presidente giovane, ma con grande entusiasmo. Che non pensa soltanto all’oggi. Ha avuto coraggio – racconta Signorelli ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ha deciso di prendere il Mantova senza sapere numeri e debiti. E’ stato un atto di passione, che questa piazza merita. I tifosi poverini vengono da sei o sette anni di prese in giro continue. Ho trovato una depressione generale, tanta incertezza”. Difficile tornar a far innamorare chi viene da tante, troppe delusioni, le quali alla fine impongono al cuore di sottostare alla ratio. “Per conquistare fiducia e credibilità esiste un solo modo, ‘lavorare, lavorare, lavorare’. E’ il nostro input, che ripeto dal primo giorno ai miei ragazzi. In città stanno apprezzando quel poco che abbiamo fatto e voglio ringraziare di persona, uno ad uno tutti i tifosi che ci stanno vicino. Mantova trasuda passione, ma è un po’ come in una relazione tra marito e moglie. C’è amore, si suppone, ma se uno tradisce l’altro e lo fa in via reiterata…come va a finire?”. Male.
Il principio di questo nuovo corso, invece, ricorda tanto le splendide descrizioni dei paesaggi virgiliani. Ambiente bucolico, sereno, tranquillo. Un quadretto familiare, in cui ognuno esegue con il sorriso i propri compiti. In armonia. “Siamo tutti uniti e mi piacerebbe che anche il sindaco possa venire qualche volta al campo, anche se magari non ama il calcio. Dobbiamo tornare ad innamorarci, tutti insieme, mano nella mano”. Metafora importante, verso un futuro “di tranquillità e serenità. Mantova deve tornare a fare la Serie B o quantomeno nell’immediato una Lega Pro importante”.
Deve tornare a splendere, insomma: come le vie del centro. “La mia prima immagine, o almeno quella più immediata che mi viene in mente è il sorriso dei bambini che in gita scolastica vengono a visitare la città. Mantova ti porta dentro la sua storia, te ne fa sentire parte. Sto vivendo sensazioni bellissime, come quelle che ho provato a Livorno. Sì, me ne sono già innamorato”, la confessione decisa di Signorelli. La magia della storia e le magie di Sodinha, un unicum che sarebbe davvero di primo livello… “E’ un giocatore straordinario, sta cercando di rimettersi in condizione. Non è facile, ma ha un entusiasmo e una voglia… In campo lui non gioca, danza. Ha una classe, un’eleganza unica e si meritava una seconda opportunità perché è una persona buona e leale”.
Infine una promessa. La esplica con estremo romanticismo Signorelli, “appena raggiungiamo la salvezza, voglio per tre giorni interi visitare, con poesia, tutto il centro di Mantova insieme ai miei figli”.
L’entusiasmo e il sorriso dei bambini. Poesia, calcio e storia. Tutto insieme, anzi tutti insieme. Perché, quel ‘Mantua me genuit’ da fine gennaio ha assunto anche un altro significato. Nuovo, ma elegante e sincero. Cambia solo il contesto: dalla romanitas al pallone.