Sarà Munteanu-Spalluto contro Castigliani-Raul Moro, Aquilani contro Menichini, Fiorentina contro Lazio. La finale di Coppa Italia Primavera in programma mercoledì alle 18 al Tardini di Parma vedrà protagoniste due formazioni in difficoltà in campionato, ma con la possibilità di alzare un trofeo per riaddrizzare una stagione fin qui deludente. Sarà soprattutto l’occasione per vedere all’opera alcuni giovani, che un domani potrebbero ripercorrere le orme dei vari Vlahovic o Cataldi, protagonisti prima in Primavera e oggi in Serie A.
Una partita in onore di Daniel. Quella tra Fiorentina e Lazio, non può non portare alla mente il ricordo di Guerini, 18enne scomparso un mese fa in un incidente stradale a Roma. Talento di proprietà del club biancoceleste, ma in viola dal 2018 al 2020, con in mezzo i prestiti alla SPAL e al Torino. Tanti i momenti condivisi con i compagni di entrambe le squadre e con gli allenatori. Tra questi c’è anche Alberto Aquilani, che ha deciso di intitolargli la sua scuola calcio, la Spes Montesacro.
Due formazioni che arrancano in campionato. Lo dicono l’undicesimo posto dei viola e il quattordicesimo dei biancocelesti. Cosenza, Napoli, Atalanta, Inter e Verona, le avversarie eliminate dalla Lazio, mentre la Fiorentina ha incontrato Milan, Juventus e Genoa.
Per la Fiorentina si tratta della terza finale consecutiva, la seconda della gestione Commisso e con Aquilani in panchina. Dopo la stagione con l’U18, l’allenatore viola ha esordito nella categoria Primavera con la vittoria in finale contro il Verona lo scorso agosto. Quella contro i biancocelesti per lui non sarà una partita come le altre, viste il passato alla Roma con i vari De Rossi, Curci, Galloppa, Ferronetti e Scurto. Una partita dal sapore speciale invece per Leonardo Menichini. Toscano di Ponsacco ma cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina dove ha vinto il Torneo di Viareggio nel 1973. Alla guida dei biancocelesti dal 2019, dopo l’esperienza alla Salernitana, in viola ha condiviso lo spogliatoio con Moreno Roggi e Piero Braglia.
Nonostante i risultati altalenanti, Aquilani ha saputo dare un’identità ai viola, con l’idea di un calcio proprositivo e la novità tattica del doppio regista, con l’arretramento di un centrocampista come Fiorini al centro della difesa per impostare dal basso. Ed è a centrocampo che probabilmente ci sono le migliori individualità, dove spicca l’ex Roma, Agostinelli. Trequartista classe ’02 che gioca da mezzala, al quale Aquilani ha dato la maglia numero 10. Da segnalare anche il portiere Brancolini (‘01 che ha già esordito in Serie A ed è stato convocato in nazionale U21), il terzino Ponsi (‘01 in grado di giocare su entrambe le fase), i centrocampisti Bianco (‘02) e il bulgaro Krastev (‘03), e l’attaccante Munteanu (’02) per il quale la Fiorentina ha investito circa 2 milioni prelevandolo dal Viitorul. Il romeno ha segnato sin qui 8 gol in 17 presenze e ha già ricevuto da sotto-età la chiamata del ct Adrian Mutu in nazionale U21.
È una Lazio dai cognomi importanti. Dai figli d’arte Etienne Tare (attaccante ’03) e Mattia Peruzzi (portiere ’02), fino a Kais Nasri (’02 centrocampista cugino di Samir) a Romano Floriani Mussolini (terzino destro classe ’03), pronipote di Benito Mussolini e figlio di Alessandra. L’individualità più importante però parla spagnolo, anzi catalano, ed è quella di Raul Moro. Esterno classe ’02 scuola Barcellona che ha già esordito in Serie A e autore di 15 gol in 16 presenze stagionali tra campionato e Coppa Italia. Oltre a lui, c’è anche Simone Castigliani (’03), attaccante autore di 5 gol in stagione e in grado di svariare su tutto il fronte offensivo. Ai loro dribbling e ai loro gol di affida Menichini per la vittoria di un trofeo che manca dal 2015, quando in panchina c’era Simone Inzaghi e i biancocelesti vinsero il derby contro la Roma grazie a una doppietta dell’australiano Oikonomidis. Appuntamento al Tardini, per una finale che comunque andrà sarà nel segno di Daniel.
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