#EuroStorie, -9: 1960-2016, il centro d’Europa è Parigi
Cinquantasei anni di storia. Gli Europei hanno ormai superato il mezzo secolo ma non smettono di appassionare. E per l’edizione 2016, il torneo ha deciso di regalarsi un “biglietto” per tornare dal primo “amore”. Per la terza volta, dopo il 1960 e il 1984, la coppa verrà assegnata sotto il cielo di Francia. D’altro canto, si sa, Parigi è da sempre la città degli innamorati, anche per quelli che hanno un cuore a forma di pallone. Non poteva che nascere qui, dunque, l’idea stessa di un torneo che mettesse in palio il titolo di campione d’Europa.
Il “papà” della coppa è Mounsieur Henri Delaunay. Bien sûr, un parisien! E’ lui, sin dal 1927, a promuovere la creazione della competizione. Morirà nel 1955, ma la Uefa, della quale era segretario generale, gli dedicherà per sempre il nome del trofeo, messo in palio per la prima volta cinque anni dopo. Dove si gioca Euro ‘60? Ma a Parigi, ovvio…
Di tempo ne è passato dalla prima edizione, certo. Basti pensare che a giocarsi la prima finale sono due nazionali che oggi non esistono più. L’Unione Sovietica del mitico Yashin batte in rimonta la Jugoslavia, con il decisivo 2-1 firmato ai supplementari da Ponedelnik. L’Italia? Rimane a casa per scelta, così come Germania Ovest e Inghilterra. Ma snobbare la coppa sarà un lusso impossibile da quel momento in poi.
In effetti, l’evoluzione della fase finale degli Europei è andata avanti con il cammino verso un’Europa unita, passando dalle quattro squadre del 1960 alle otto del 1980, per poi allargarsi a sedici formazioni a Euro ‘96. Il cerchio si chiude con l’ultima modifica. Ma si riapre, ricominciando dal punto di partenza. Sotto la Tour Eiffel, proprio come cinquantasei anni fa.