L’intervista all’ex attaccante e ora wild card dei Boomers, squadra del presidente Fedez e del vicepresidente Luciano Moggi
Sono bastati un espresso e una bustina (o mezza) di zucchero per convincere Daniele Cacia a rimettersi in gioco con la maglia dei Boomers del presidente Fedez e del vicepresidente Luciano Moggi, in Kings League.
“È nato un po’ tutto per caso. Ero a Piacenza, con il cugino di Fedez ci siamo visti per un caffè ed è partito tutto così. Ne avevo già sentito parlare di questa competizione (Kings League ndr.), ma solo in maniera superficiale. L’idea mi ha affascinato sin da subito”, racconta l’ex attaccante italiano ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Piacenza, Ascoli, Verona e molte altre. Calciatore cult di una Serie B che forse non esiste più e secondo marcatore all-time della competizione (con 134 gol), ora la nuova stimolante avventura sui campi di calcio a 7: “Abbiamo fatto il primo allenamento a Milano settimana scorsa: Dario Marcolin è l’allenatore, poi c’è anche Valerio Fiori come preparatore dei portieri: c’è uno staff di una certa importanza. A livello di intensità credo che possiamo toglierci qualche soddisfazione”.
Spazi ristretti, regole speciali e un intrattenimento che coinvolge anche gli stessi giocatori. Tra sfide uniche ed esultanze che non possono essere definite banali. Cacia, però, cerca di non pensarci: “Se comincio a fare gol, vedremo cosa inventarci”. Appuntamento a lunedì 14 aprile, quando Cacia esordirà con i Boomers contro gli Underdogs.
Rimettersi in gioco a 41 anni, in una forma inedita. Il principale obiettivo di Cacia è uno solo: “Voglio stare bene fisicamente“ ammette ridendo. “Per me è una sfida con me stesso, l’età c’è: per gran parte la Kings è formata da tutti ragazzi giovani, a livello fisico devo arrivare il più preparato possibile. Ho grandissimo entusiasmo. Gli spazi sono diversi, io mi devo adattare”.
Ne aveva sentito parlare per la prima volta con il Mondiale per Club in Messico: la presenza di Totti, Nainggolan e Viviano aveva incuriosito e non poco. “L’idea del calcio a 7 mi ha sempre affascinato, voglio provare a dare una mano a questi ragazzi”.
Cacia vestirà la maglia numero 8: una “seconda scelta” che nel suo passato da calciatore aveva gli aveva portato discreta fortuna. “Avevo preso il 9: sono arrivato dopo rispetto agli altri e infatti era occupata già da un altro ragazzo. Lui me la voleva dare ma io ho rifiutato. Quindi ho preso l’8, come a Verona: era successa una cosa simile anche lì, ho fatto 24 gol magari mi porterà bene anche in Kings”.
“Io da quando ho smesso ho sempre pensato alla mia famiglia, ho 3 figli: hanno bisogno di una presenza costante. Poi vediamo come andrà, da cosa nasce cosa…“. Insomma, per Cacia vivere il presente è fondamentale. A partire dalla Kings. Divertimento, condizione fisica. E perché no, magari anche qualche gol come ci ha abituato in passato.
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