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Dall’operazione al cuore alla nazionale inglese: alla scoperta di Conor Gallagher

Quando a 17 anni sei campione del mondo di categoria con gente del calibro di Foden, Smith-Rowe, Sancho e Hudson-Odoi, e vinci un’Europa League con la squadra della tua vita, il Chelsea, pensi che nulla possa andarti male. 

 

 

I prestiti e i problemi al cuore

E invece Conor Gallagher, centrocampista del Crystal Palace in prestito dal Chelsea, ha dovuto fare i conti con vari incidenti di percorso. Innanzitutto una sfilza di prestiti: Charlton Athletic e Swansea, in Championship, poi Norwich e WBA. E poi, nel 2018, un malore, che colse Conor nel ritiro della nazionale inglese U19. Fortunatamente, un intervento chirurgico al cuore gli ha consentito di continuare proficuamente l’attività agonistica. 

Obiettivo ritorno al Chelsea

Fino al Crystal Palace, dove oggi gioca e segna (già 3 reti in Premier League), e fino alla prima convocazione in nazionale maggiore inglese (preferita a quella scozzere e a quella irlandese): notizia di oggi, sostituisce l’acciaccato Mason Mount per la sfida a San Marino di domani, che dovrebbe garantire ai Tre Leoni il pass per Qatar 2022. Un match sulla carta più che agevole per l’Inghilterra, che quindi potrebbe consentire a Conor di esordire e, perché no, di convincere il Chelsea a tenerlo in rosa quando, nel 2022, alle squadre di Premier verrà imposto il tetto dei prestiti (6 al massimo). 

Da Epsom ai Tre Leoni

Gallagher è nato nel 2000 a Epsom, a sud-ovest di Londra, oggi a poche miglia di distanza da Cobham, centro tecnico del Chelsea. La famiglia è blues fino al midollo, e gli sportivi non mancano: i fratelli maggiori Jake e Josh, gemelli, hanno giocato rispettivamente nel Millwall e nel Wimbledon, e anche Daniel ha fatto il calciatore. Grazie alle ottime prestazioni nelle squadre giovanili, Gallagher si è meritato le attenzioni di Maurizio Sarri, che ai tempi del Chelsea lo convocò per la finale di Europa League di Baku contro l’Arsenal, poi vinta col punteggio di 4-1. Di piede destro, duttile, Frankie Lampard come idolo, Conor è pronto al passo definitivo verso una carriera da protagonista. 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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