Interviste e Storie

Dai viaggi di 2000 km in bus al gol contro il River Plate: chi è Zeballos

Exequiel Zeballos, Boca Juniors (Imago)

Duemila kilometri ogni weekend per giocare con la sua sua squadra del cuore, gli infortuni, e il gol al River Plate: tutto questo è Exequiel Zeballos

Sogno di giocare alla Bombonera e fare magie” aveva dichiarato un piccolo Zeballos in una delle sue prime interviste da bambino. Ad oggi, dopo il gol nella partita più importante d’Argentina, possiamo dire che quel sogno si è avverato – eccome se si è avverato.

Exequiel Zeballos è un classe 2002 nato nel quartiere di La Banda, a Santiago del Estero, nel cuore dell’entroterra argentino. La Banda è una di quelle zone in cui non si parla semplicemente spagnolo ma il Lunfardo, un dialetto che mescola parole italiane e inflessioni locali. La colpa? Degli italiani che nei primi del Novecento hanno cercato fortuna in Sud America.

Crescere lì significa imparare presto a cavarsela, con il pallone come unico compagno e rifugio. Il calcio, per Zeballos, non è solo un gioco: è una lingua madre, una promessa di riscatto.

Tra un campetto polveroso, o in questo caso dovremmo dire potrero, Zeballos si fa notare presto. In uno di quei campi di terra battuta, un osservatore del Boca Juniors rimane folgorato dal suo talento. Zeballos ha solo undici anni, ma gioca con la fame e la fantasia di chi sa che ogni tocco può cambiare il proprio destino. “È fatta”, pensa.

Duemila kilometri ogni weekend per giocare con il Boca

Zeballos non è come tutti i bambini di La Banda, lui non tifa il Central Cordoba, lui è uno Xeneixe e vuole giocare per il Boca Juniors. Il sogno si realizza ma il problema è la distanza: oltre millecento chilometri lo separano da Buenos Aires. Eppure, ogni weekend, affronta dodici ore di pullman all’andata e dodici al ritorno pur di indossare la camiseta Azul y Oro.

Per un anno intero, ogni volta che il club lo chiama, Exequiel risponde presente. Parte, gioca quei quindici o venti minuti e poi torna a casa. Finché, a tredici anni, arriva la svolta: il Boca gli apre le porte del collegio. Da quel momento può allenarsi con continuità, respirare ogni giorno l’aria del quartiere di La Boca e vivere finalmente da protagonista il sogno che, per anni, aveva inseguito a mille chilometri di distanza.

Exequiel Zeballos, Boca Juniors (Imago)

L’esordio con il Boca, gli infortuni e la risalita

A diciotto anni “El ChanguitoZeballos realizza il sogno di una vita: esordire con il Boca Juniors. Entra in campo con l’incoscienza dei predestinati, gioca una partita perfetta e conquista in un attimo la fiducia dei tifosi e dell’allenatore. Poi, all’improvviso, il buio. Nella notte di Coppa contro l’Agropecuario, dopo appena cinque minuti, un contrasto duro lo mette a terra: frattura della tibia. 162 giorni di stop.

Quando finalmente torna, la sorte continua a voltargli le spalle: prima il menisco, poi il crociato. Ogni volta, però, Zeballos ricomincia da zero, più forte, più determinato. Nel mezzo arriva anche la nascita di sua figlia, una luce in fondo al tunnel che, a suo dire, gli ridà equilibrio e motivazione. Al rientro definitivo non esce più dal campo e si prende la maglia numero 7, la stessa di Martín Palermo, icona xeneize e simbolo del calcio argentino.

Il gol nel Superclasico contro il River Plate

Se si cerca online qual è la partita di calcio più sentita nel mondo la risposta sarà solo una: Boca Juniors-River Plate. E in quella sfida che ferma un Paese intero, c’era un faro in mezzo al campo, con la numero 7 sulle spalle e i capelli raccolti da una fascetta. Zeballos, nel pomeriggio alla Bombonera, è il protagonista assoluto. Dopo quarantacinque minuti di equilibrio e tensione, arriva il momento destinato a entrare nella memoria collettiva.

Zeballos riceve palla a trenta metri dalla porta, punta l’unico difensore rimasto, lo salta con un tocco secco e calcia: Armani respinge, ma il pallone torna lì, sui suoi piedi. Il secondo tentativo è quello buono. Uno a zero Boca. La Bombonera esplode, canta, trema. Il bambino di La Banda ha mantenuto la promessa: ha fatto magie nella Bombonera. Prima si appende a una balaustra per esultare con i suoi tifosi, poi esulta in stile Neymar, il suo idolo sin da bambino. Il Superclasico si tinge di Azul Y Oro e ora: Baila Changuito.

A cura di Stefano Fantasia

Redazione

Dal 2011 ne abbiamo fatta di strada, sempre con voi al fianco. Ci piacciono le notizie, il mercato, il calcio. Sì, ma soprattutto le storie, le emozioni, il bello che questo mondo può regalare. E amiamo raccontarvelo.

Recent Posts

Zaniolo: “A Udine sono felice. L’esultanza a Roma? Ho sbagliato, ma fa parte del gioco”

L'intervista dell'attaccante dell'Udinese Nicolò Zaniolo per Sky Sport: tra l'avventura in bianconero e il passato…

39 minuti ago

Meglio l’Inter di Chivu o quella di Inzaghi? Cosa dicono i dati dopo 11 giornate

Qual è la versione migliore? L'analisi con i dati di Sofascore Con Inzaghi o Chivu,…

2 ore ago

Koeman: “Lang mi ha detto che a Napoli non ha toccato un pallone in 28 giorni di ritiro”

Le parole in conferenza stampa del CT dell'Olanda, Ronald Koeman. L'ambiente in casa Napoli non…

2 ore ago

Pagliuca: “Il merito di questo Bologna è la società, i tifosi devono sognare in grande”

L'intervista a Gianluca Pagliuca, ex portiere del Bologna, in esclusiva a Sky Sport: dall'esordio di…

2 ore ago

Pisa, Touré: “Futuro? Vedremo, ora sono felice. Gilardino un grande allenatore”

Nella rosa nerazzurra è l'uomo del momento. Tra Gilardino, il futuro e la religione, Touré…

2 ore ago

Como, Da Cunha: “Non pensavo che le cose cambiassero così tanto dal mio arrivo”

Lucas Da Cunha ha rilasciato un'intervista a Sky Sport: ecco le parole del centrocampista del…

2 ore ago