Interviste e Storie

Dalla Serie B tedesca al gol in Champions League: chi è Can Uzun

Can Yilmaz Uzun, Eintracht Francoforte (imago)

Dall’infanzia passata con Yildiz al gol in Champions League, chi è Can Yilmaz Usun. 

A Regensburg, una cittadina tranquilla nel cuore della Baviera, dopo Kenan Yildiz è nato un altro talento turco pronto a conquistare i palcoscenici più importanti d’Europa

Passato da idolatrare Lionel Messi a sentire Rudi Völler bussare alla sua porta per convincerlo a giocare per la Germania, fino a esultare con un mix tra la “Dybala Mask” e la linguaccia alla Del Piero. Tutto questo è Can Yilmaz Uzun.

Uzun è un trequartista classe 2005, che in meno di due anni ha fatto il salto dalla seconda lega tedesca alla Champions League.

All’esordio in Champions con la maglia del Francoforte gli sono bastati 45 minuti per segnare contro il Galatasaray, aprendo una goleada chiusa poi sul 5-1.

Chi è Can Yilmaz Uzun

Nato a Regensburg, Uzun ha condiviso i primi passi nel calcio con un altro giovanissimo turco, Kenan Yildiz. Entrambi sono cresciuti nell’SSV Jahn Regensburg, poi Yildiz ha scelto il Bayern Monaco, Uzun il Norimberga.

Ed è proprio lì che il suo talento ha fatto l’exploit. Nelle giovanili segna 15 gol in 15 presenze. Poi nella stagione 2023/24 in Zweite Bundesliga, fa 16 gol e 2 assist in 30 apparizioni. Numeri sufficienti a convincere l’Eintracht Francoforte a sborsare undici milioni di euro per portarlo a giocare tra le mura del Waldstadion.

Uzun in maglia Norimberga (imago)

Can Uzun brucia le tappe anche in Nazionale

Come raccontato dallo stesso Uzun, la nazionale tedesca aveva provato a portarlo dalla propria parte, arrivando persino a mandare Rudi Völler in persona per convincerlo. Ma alla fine Uzun ha scelto di rappresentare la Turchia.

Con i grandi ha collezionato solo 3 presenze. Invece con le giovanili ha lasciato il segno: 12 partite e 7 gol con l’Under-17, poi il salto all’Under-18 con due presenze, prima della chiamata di Vincenzo Montella. Il 22 marzo 2024 esordisce con la nazionale maggiore, contro l’Ungheria, subentrando al 76esimo minuto proprio al posto di Kenan Yildiz, suo migliore amico e concittadino. Quella sera non c’è spazio per sorrisi, l’Ungheria vince 1-0 grazie a Szoboszlai, ma il messaggio resta forte: la Turchia ha due ragazzi nati a Regensburg pronti a scrivere un pezzo di futuro insieme.

Il paragone con Götze

In Germania lo paragonano a Mario Götze, suo compagno di squadra e di reparto, definendolo come suo erede. Uzun parla di lui con grande ammirazione: “Giochiamo in una posizione simile. Lui cerca di mostrarmi dove posso ancora migliorare e mi trasmette la sua esperienza. Da lui si può solo imparare. Quando mi dice qualcosa, lo ascolto”.

Non nasconde nemmeno l’orgoglio per il paragone: “Mario è una leggenda, ed è un privilegio giocare con lui. Non direi di averlo superato. Essere chiamato suo erede mi riempie di orgoglio”.

Versatilità e qualità da numero 10 moderno

Uzun si definisce un’unione tra un 10 e un 8 che preferisce giocare sulla sinistra. Tra le sue caratteristiche spiccano un fisico imponente – parliamo di un ragazzo che raggiunge i 186 cm – ma con piedi educati. È devastante nello stretto, con un dribbling secco e un cambio di direzione che spacca le difese. 

La tecnica non manca, basta chiedere a Ilkay Gundogan che, nella sfida di Champions League, si trova davanti agli occhi Uzun che aggancia un pallone violentissimo in area di rigore con una naturalezza disarmante. Il turco poi si gira e senza nemmeno alzare lo sguardo verso la porta scarica un sinistro imprendibile sotto l’incrocio. Poi la corsa sotto la curva, l’esultanza e un gol che sa di predestinato.

A tutto questo unisce una progressione palla al piede che ricorda quella dei grandi interpreti del ruolo. 

Le dichiarazioni pronunciate in estate durante il ritiro sembravano un semplice proposito: “Mi sono allenato tanto e voglio dimostrarlo in campo”. Oggi quelle parole suonano quasi come una profezia: Uzun sta trasformando il lavoro in forza, il sogno in concretezza e l’attesa in spettacolo e gol.

A cura di Stefano Fantasia

Redazione

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