La storia di Braithwaite, dalla sedia a rotelle al Barcellona
Un’infanzia condizionata dalla malattia ha impedito a Martin di sognare. Poi, il lieto fine chiamato “Barcellona”
Sono molte le storie a lieto fine, molti gli esempi positivi di persone che, dopo una condizione molto difficile, hanno saputo risollevarsi e migliorare la loro vita attraverso lo sport. Uno di questi esempi positivi è Martin Braithwaite, oggi attaccante del Barcellona, di cui non molti conoscono il passato segnato dalla malattia.
Molti non avranno immaginato, ad ogni modo, un passato difficile per il centravanti danese che, però, anche attraverso il suo desiderio di giocare a calcio, ha ripreso in mano la sua vita e l’ha trasformata in qualcosa di straordinario.
Un’infanzia sulla sedia a rotelle
Già perché, da bambino, Martin sviluppò la malattia di Legg-Calvé-Perthes, una sindrome degenerativa del femore che è possibile sviluppare maggiormente tra i 5 e i 10 anni d’età. Questa malattia costrinse il giovanissimo Martin a sedersi su di una sedia a rotelle, mentre cominciava a seguire il giusto trattamento.
In un’intervista alla CNN, parlando della sua infanzia, Braithwaite confessò le sensazioni che prova ancora oggi, ripensando al suo passato: “Non ho molti ricordi di quel periodo perché è stato molto triste. Vedevo tutti gli altri bambini correre, sorridere, giocare, è stato un periodo davvero difficile della mia vita. Ricordo la sensazione di non sapere come spiegarlo agli altri, la vergogna di essere diverso. Non volevo mi venissero rivolte delle attenzioni particolari“.
Rinato con il pallone
Pian piano, il trattamento fece effetto e la malattia svanì permettendo a Martin Braithwaite di poter ricominciare a lottare per il suo sogno: diventare un calciatore professionista. E ci riuscì, partendo dalla scuola calcio Sædding-Guldager Idrætsforening per poi firmare con il club del suo paese, l’Esjberg, con cui giocò un anno nelle giovanili e quattro stagioni da professionista.
Da lì, poi, l’iter che lo portò fino alla Liga, passando per Tolosa, Middlesbrough e Bordeaux, fino al Leganes – squadra da cui il Barça lo acquistò nel febbraio 2020 grazie a una regola del campionato, visto l’infortunio grave che rimediò Ousmane Dembélé.
“Ho sempre desiderato fare il calciatore, da quando ero molto piccolo non avevo nient’altro in testa. E non avevo un piano B, perchè quando non hai un piano B non ti distrai dall’obiettivo. Ma il mio è stato un viaggio infernale“, ha chiuso il calciatore, che attraverso la sua storia potrà comunque donare speranza a chiunque stia vivendo adesso una condizione simile alla sua. Tutto può essere possibile.