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Inventiva, assist e furbizia: viaggio nei dati del Genoa “tedesco” di Amiri

Nel calcio, i numeri dicono tanto ma non tutto. Possono però aiutare per capire le caratteristiche di un giocatore meno sotto i riflettori, specie se arriva dall’estero. 
Può essere il caso di Nadiem Amiri, centrocampista classe ’96 ex Bayer Leverkusen e nuovo acquisto del Genoa.  

Lo avevamo “lasciato” protagonista con l’Under 21 tedesca negli Europei di categoria in Italia e stella del Bayer di Bosz che cercava il proprio spazio fra le grandi.
Lo ritroviamo invece come primo anello di congiunzione al nuovo progetto “tedesco” del Genoa, dettato dal direttore sportivo Spors e dal nuovo allenatore Blessin
Da dove partire per capire cosa può portare il talento cresciuto nell’Hoffenheim ad una squadra in cerca d’identità?   

Come detto, dai dati. Nello specifico, dal “radar” che ci è stato fornito dalla squadra di Statsbomb (www.statsbomb.com), azienda esperta nell’analisi delle statistiche del mondo del calcio. 

Falli, fantasia e aiuto in riconquista

In un solo grafico, sono raggruppati tutti i parametri fondamentali di Amiri, comparati a quelli dei suoi pari ruolo nelle top 5 leghe europee. Il tedesco è classificato come centrocampista centrale, ruolo che ha occupato per la maggior parte delle partite in carriera, ma potrebbe risultare utile al Genoa anche da esterno sinistro d’attacco e da trequartista.  

Sui dati raccolti da inizio 2021, si può chiaramente notare che la caratteristica a spiccare su tutte è la capacità di guadagnarsi il fallo. Addirittura quasi 2 volte (1.90) ogni 90 minuti, abilità che può diventare essenziale per una squadra che vuole pressare a tutto campo nelle idee del nuovo allenatore, ma che con ogni probabilità dovrà anche guadagnare metri con difesa e ripartenze nelle prime sfide. 

Estrema precisione nei passaggi (82% quelli riusciti) e più di 6 avanzate palla al piede e imbucate nella trequarti avversaria per gara, danno poi l’idea di come Amiri possa risultare fulcro del gioco offensivo. 
Non solo però, perché l’aiuto in fase di interdizione è sotto gli occhi di tutti: ben 1.42 intercettazioni del possesso avversario di media a partita (numero rapportato al possesso palla della squadra: la statistica prende il nome di PAdj interceptions). 

Tante idee, troppe palle perse?

Migliorabili invece la pressione sul portatore avversario (solo 2.32 volte a partita la sua squadra ha recuperato palla nei primi 5 secondi in seguito al suo tentativo) e le palle perse, 2.79 per gara.  

Quest’ultimo dato è però giustificabile dalla mole di gioco creata dal centrocampista e dai tanti tentativi di passaggio verticale dietro la linea difensiva avversaria.

Amiri infatti, nei 101 match giocati con la maglia del Bayer, è spesso risultato più efficace come assistman (17) piuttosto che come marcatore in prima persona (8 reti). 

La cura tedesca per ritrovarsi, a Genova

Abituato a spaziare liberamente fra centrocampo e trequarti, spesso partendo dalla sinistra per poter poi caricare il destro rientrando verso il centro, il tedesco potrebbe diventare risorsa preziosa nel probabile 3-5-2 varato da Blessin

Come mezz’ala offensiva prima di tutto, capace di incidere nell’ultimo terzo del campo (lo dimostrano i dati), ma anche come seconda punta di movimento. Con compiti simili a quelli di Pjaca nell’undici di Ballardini dello scorso anno, per intenderci.  

Se invece l’ex allenatore dell’Ostenda punterà sulla difesa a quattro, Amiri risulterebbe ideale nel ruolo di trequartista sia nel 4-3-1-2, sia nel 4-2-3-1. Proprio con quest’ultimo modulo, la sua duttilità permetterebbe lo schieramento anche da esterno sinistro d’attacco, ruolo in cui ha già fatto bene.  

Insomma, tante soluzioni per rinnovare le ambizioni di una carriera che stava rallentando con qualche panchina di troppo in Bundesliga. Con l’obiettivo non facile della salvezza in casa Genoa, ma anche con una zona confort da poter coltivare nel rapporto tutto tedesco con Blessin.

Paolo Borella

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