Storie di B: Lucarelli, c’è cuore oltre il campo
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Data: 25/11/2017 -

Storie di B: Lucarelli, c’è cuore oltre il campo

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In collaborazione con RedBull.com

Record di presenze (311) in campionato per il capitano del Parma, nella gioia e nel dolore

Al Parma è arrivato in punta di piedi, sul campo ha ottenuto la stima e il rispetto di un popolo intero. Cuore, sacrificio, passione e il record di presenze in campionato con la maglia crociata. Lucarelli e una storia d’amore gialloblù che va ben oltre il terreno di gioco. Il suo discorso motivazionale ripreso di nascosto all’interno dello spogliatoio del Parma a pochi minuti dall’inizio della finale playoff contro l’Alessandria sembrava essere tratto dalla scena di un film. In palio c’era la promozione in Serie B e Alessandro Lucarelli non voleva fallire l’appuntamento: in palio lo scorso giugno c’era molto di più di un semplice traguardo sportivo.

Tutta l’energia da mettere in campo

Su quel campo, in quei novanta minuti, c’era la rinascita sportiva di una squadra: il Parma, che solo due stagioni prima aveva conosciuto il dolore del fallimento. «Due anni fa di questi tempi ero in tribunale, unico rappresentante rimasto della componente calcistica del club. Oggi festeggiamo una promozione bellissima perché sofferta», disse Alessandro Lucarelli durante la festa per la promozione in Serie B. Prima i fatti: perché nel momento più delicato della storia calcistica del Parma, Lucarelli ci ha messo faccia, anima e cuore. Dalla Serie A alla serie D, un salto mortale verso il basso: nel mezzo tribunali, aste deserte, il fallimento. La caduta e adesso la risalita.

Avere un focus sull’obiettivo

Alessandro Lucarelli ci ha messo la faccia e il cuore. Ha rappresentato lo spirito dei tifosi e incarnato la voglia di vendetta (sportiva) del popolo gialloblù. Che oggi è tornato a sorridere, rispecchiandosi ancora una volta nel suo capitano. Parma che vola in Serie B e Lucarelli che supera le 311 presenze con la maglia crociata, un record. Mai nessuno come lui. Difensore classe 1977, che al mondo del calcio si è affacciato con la scomoda etichetta di "fratello raccomandato": suo fratello Cristiano, oggi allenatore del Catania, è stato per anni uno dei migliori attaccanti italiani e storica bandiera del Livorno. Ma gara dopo gara, con sudore e fatica, Alessandro si è guadagnato la stima e il rispetto di tutti. Compagni, avversari, tifosi, istituzioni. Una bandiera, un leader mai silenzioso, che alle parole ha sempre fatto seguire i fatti. Il popolo del Parma si è aggrappato a lui nei momenti più difficili, quando il calcio giocato aveva lasciato posto a tribunali, sentenze e delusioni. E adesso è al suo fianco nella risalita.

Mente e corpo sul campo di gioco

Passo dopo passo, senza mai fermarsi e con un obiettivo chiaro in mente: riportare il Parma dove merita. Il pensiero del ritiro lo ha sfiorato, ma Alessandro Lucarelli non è tipo da lasciare un discorso incompleto: prima vuole riportare la squadra in Serie A. Parma lo sa bene, Parma non dimentica. Una città intera al suo fianco, un rispetto guadagnato sul campo. Fino a quel record di presenze in campionato che lo ha portato, anche nei numeri, a essere una leggenda del club. E lui, dopo aver tagliato il traguardo delle 311 presenze, ha voluto ringraziare la sua gente con una lettera: «Sono arrivato nel 2008, in punta di piedi. Per molti potevo sembrare il fratello raccomandato. Con gli anni mi sono guadagnato il vostro rispetto, fino a diventare oggi un vostro punto di riferimento. In questi 10 anni sono state più le gioie delle sofferenze, ma sono state proprio quest'ultime a far sì che diventassimo una cosa sola: io sono diventato vostro, e voi siete entrati dentro di me. In queste 311 partite ho commesso tanti errori, ho sulla coscienza più di qualche gol subìto, ma una cosa è certa: non c'è stata una partita in cui non abbia dato tutto me stesso e in cui non abbia indossato la maglia Crociata come se in campo ci foste tutti voi al mio fianco. Oggi vi ringrazio, di cuore, per avermi concesso la possibilità di entrare nella vostra storia. Il mio augurio è che in futuro quando qualcuno vi chiederà chi era Alessandro Lucarelli, voi possiate rispondere: uno di noi». Parole che vengono dal cuore, a tinte gialloblù.



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