"Papà me lo aveva detto tre giorni fa quando l'ho sentito, fare certi gol è nel sangue dei Simeone". E buon sangue, si sa... non mente. Non lo ha fatto nemmeno ieri, sedici anni dopo il gol decisivo per la rimonta scudetto della Lazio firmato il Cholo. Cartellino rosso a Ferrara, neanche il tempo di riordinare le idee per i ragazzi di Ancelotti e la Lazio di Eriksson passa e si porta a meno tre dalla vetta col colpo di testa di Diego, su parabola di Veron. Macchina del tempo accesa... da Torino a Genova, dall'Olimpico al Ferraris. Da quel primo aprile del duemila al pomeriggio di ordinaria follia di ieri a Marassi: eccolo un altro Simeone a stendere la Juventus (in soli tredici minuti), per quello diventato di diritto "il giorno più bello della mia carriera", per ora. Perché la storia è ancora tutta da scrivere il "Cholito" pensiero.
Momento incredibile per Giò, "Emocionante" per papà Diego, che affida gioia e soddisfazione per l'impresa del suo ragazzo ad un tweet senza bisogno di troppe parole: braccia larghe e maglia biancoceleste sulle spalle sopra Diego. Stessa esultanza, maglia del Genoa addosso sotto Giovanni. Diego e Giò, Cholo e Choli.. "No, solo Giovanni grazie". Eh già, perché fin dal suo arrivo a Genova la giovane promessa rossoblù le idee le ha avute più che chiare. "Di mio padre sono fiero, lui è il mio sangue, la mia guida", ma Giovanni è solo Giovanni. Ed ora che arriva il Perugia in coppa, al quale anche papà Diego aveva segnato. "Mi piacerebbe fare ancora gol, anche a Bologna abbiamo segnato tutti e due - sorride l'attaccante prima di tornare a farsi serio - ma non mi piace il continuo paragone con lui. Papà ha segnato tantissimi gol, io sono ancora agli inizi, ora sono felice per me".
Per la prima doppietta in serie A, quarto gol in campionato. E 'titolo' di momentaneo capocannoniere del Grifone per Giò il "predestinato, un professionista serio - le parole di Preziosi sul suo gioiellino a fine gara - ha molta fame, e chi ha fame e qualità arriva in alto". E lui, il ragazzino dal sorriso contagioso partito da Buenos Aires con una valigia piena di sogni punta altissimo. Il sogno più grande? Sul braccio sinistro, sotto pelle. "La Champions". Magari anche quello di 'portare via il posto a Higuain in Nazionale' chiede un giornalista. "Togliere è un termine che non mi piace, lui poi ha fatto così tanti gol che non può esserci un paragone. Io devo solo pensare a fare bene col Genoa". Fame, qualità e tanta umiltà le caratteristiche di Simeone Jr, che come obiettivo ora ha in testa solo quello di "migliorarmi giorno per giorno, seguendo sempre la filosofia dei Simeone".
Garra e impegno. Lavoro in campo, tanto. E studio fuori. "Mio padre mi dice sempre di guardare come gioca Diego Costa e proprio in settimana lo avevo studiato. L'occasione per il terzo gol personale sbagliata? Ho cercato il buco, ma non l'ho trovato". Ed ecco tornare Giovanni il 'secchione', quello tutto impegno in campo e testa sui libr... pardon, davanti alla tv. "Papà mi dice sempre che in quell'occasione dovrei fintare il tiro forte e poi fare lo scavetto, come Fernando Torres. Ci proverò la prossima volta". L'occasione non mancherà di certo, complice anche l'assenza di Pavoletti "dal quale imparo tanto - ancora Giovanni - e che in questi giorni mi ha parlato molto, dandomi tanta fiducia". Da scommetterci, l'occasione arriverà anche dopo il rientro del Pavo.
"Giocatore per noi fondamentale - ancora Preziosi - ma lui e Simeone hanno caratteristiche diverse, bravo Juric ad esaltarle". Come ieri. Dopo Pescara (al Ferraris) e Bologna. Giovanni in campo a correre, ancora. Anche e soprattutto quando il Pavo tornerà a disposizione, perché "il mio compito è quello di farmi trovare pronto quando ce ne sarà bisogno". Nel (cog)nome del padre, perché buon sangue non mente. Ma nel segno di 'Gio'. "Solo Gio, niente Cholito". Perché la storia di Giovanni è tutta sua ed è ancora tutta da scrivere.