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Data: 13/03/2017 -

Pensiero veloce e testa ‘callente’, vivere alla Banega: dalle ‘tonterias’ a un'Inter finalmente sua

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Va bene, ne vogliamo parlare? Parliamone. Soggetto: Banega. Lui, Ever. E cominciamo da … ieri: ovvio. Ma doveroso, dopo tutto. ‘Giocatorazo,’ dicono adesso. Già, facile col senno di poi. Prima, però, piccolo passo indietro. A Cagliari. Perché lì, 6 giorni fa, l’argentino regalò un assaggino della sua classe: primo tempo top. In soli 39 minuti, gol in punizione e assist. Via coi titoloni, ma … ancora perplessità. ‘C’è da fidarsi?’. E in effetti, qualche dubbio aleggia. Perfetto: fughiamolo. ‘È troppo altalenante’. Urge costanza. Detto, fatto. Show. E per credere, domandate all’Atalanta. Una Dea soffocata anche dalla sua classe. Quella d'El Tanguito. Tac, soprannome. Una moda? No, obbligo sudamericano. Diminutivo del tipico ballo argentino. Danza traslata al calcio: ‘Paso elegante’. Prima tripletta in carriera più doppio assist, e San Siro ‘viene giù’.

Una sentenza. Legge. E a proposito, qui iniziano i guai. ‘Ma come?’. Calma, ieri tutto ok: Banega, assieme a Icardi, scrive ‘fine’ sul libro delle favole di Gasperini. In campo, invece, disegna calcio. “Lento di corsa, veloce nel pensiero”. Rivela a gianlucadimarzio.com Tomas Ujfalushi, suo compagno in maglia colchoneros. “Scalmanato? Ma no, con lui uscivo spesso. Io ancora non avevo famiglia, lui non aveva figli. Fuori dal campo passavo il tempo assieme a lui e ad uno dei suoi fratelli: due gocce d’acqua. Ever è una bravissima persona”. Ma con un po’ di ‘tonterias’. Esatto, le ‘cavolate’. Giocate fuori campo: disco game. Protagonista di una sexy chat. Beccato per colpa di una web cam. Erano i tempi del Valencia, inizio della storia: calcio, movida e famiglia. Gente povera, i Banega. Genitori fertilissimi, un maschietto dietro l’altro: Luciano, Brian, Emiliano e Cesar. Appello finito. Ops, ne manca uno: Ever. 29 giugno 1988, generazione di fenomeni. Eccolo lì, El Tanguito.


Piccolino. Baricentro basso. Testa ‘callente’. Ah, segno particolare: è di Rosario. 300 chilometri da Buenos Aires. Capitali del fútbol mundial. Qui: solo, solo calcio. E … Messi: nato un anno prima di Banega. El Tanguito e La Pulga, binomio divino. Predestinati. Piccoli rivali nei derby cittadini. Ever giocava nell’Alianza Sport, Lionel cresceva nel Grandoli. Assieme fino al 2000 nel Newell’s Old Boys. “E fra poco ci tornerò, magari proprio con Leo”. Talent scout a go-go sugli spalti, caccia al fenomeno: ‘encantados’. Parola di Jorge Griffa: ‘El Primer maestro de Banega’. Professione: productor de jugadores. Perché questo signore battezzò Ever nella Bombonera. Gerarchie bruciate, titoli: Libertadores. È piccolo e si muove rapidamente, ma non perde mai l’orientamento. GPS collegato ai piedi, direzione Europa: Liga.

Vida loca, al Mestalla. Al Valencia, nel 2008, Emery non lo vede (lo vedrà) e lo gira all’Atletico Madrid. Un anno dopo Unay se lo riprende. 185 presenze, 5 stagioni e … le ‘Banegate’. Espulsioni, e va beh. Poi? Risse, alcool e infortuni. Non in campo eh, colpa di un … benzinaio. Dramma tragi-comico nel febbraio 2012. Pronti? Scena: sosta con la jeep al distributore. Ever scende dal mezzo, ‘cavolo, il freno a mano’. La macchina si muove in discesa e gli schiaccia la caviglia. Tibia e perone rotti. Addio pallone, ciao Liga. Rispedito in Argentina, al suo Newell’s. Stemma tatuato sul polpaccio destro, sopra alla scritta ‘Solo Dios me entiende’. Inchiostro indelebile, come le sue qualità. Poi la svolta, Siviglia: ancora Emery. Altra storia, craque. Due stagioni e due Europa League: ‘Giocatorazo’. Rivitalizzato da Monchi, un mago del mestiere.


Acchiappato l’anno scorso dall’Inter a parametro zero. ‘Colpaccio’. Morale della favola? ‘Eh, sto Banega non ci convince né’. Milano lo giudica. Ever non ingrana. Professionista anarchico, Mancini dixit. “Devo collocarlo in campo”, poi l’esonero. Cambio, capitolo De Boer: fiducia d’obbligo per El Tanguito. Che gioca 10 partite su 12 disponibili. Ma il nuovo faro non illumina. Via col mercato, offertone dalla Cina. Ricca plusvalenza in vista, ma nulla: no grazie. Banega resta, ‘normalizzato’ da Pioli. Passando da tante panchine. Guardando da seduto l’ascesa di Gagliardini e i miglioramenti di Kondogbia. Triste declino, poi la strofinata del nuovo allenatore. Rispolverato. Da Cagliari a Milano. Feeling con Icardi alle stelle, Ever dalla trequarti diventa un’ala aggiunta, regista e crossatore: prende posizione dove meglio crede e decide la giocata vincente. Da Rosario con furore, proprio come il suo capitano: tripletta a braccetto. Fiesta, “In questo tavolo si celebrano 6 gol…”, posta sui social Wanda. Ever e Maurito, fuori a cena con le rispettive mogli. Intesa. Con prestazioni finalmente totali, già due di fila. 6 gol e altrettanti assist in 27 presenze. E adesso, vogliamo parlarne?



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