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Data: 23/02/2017 -

Nicastro e l'emozione del gol (bellissimo) nel derby: "L'ho segnato insieme a mia madre, che mi aiuta da lassù"

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Un gol bellissimo, prezioso, indimenticabile: nel derby contro la Ternana, di tacco al volo. Di quelli difficili da descrivere, che si custodiscono gelosamente nella parte più intima del proprio ‘io’ e rimangono lì. Un gol dei tanti, gli altri arrivano nella vita di tutti i giorni e, forse, sono ancora più belli. Perché chi sorride sempre, non perde mai. Un gol dura pochi secondi, un giorno, una settimana al massimo se importante come il suo. Un sorriso, invece, è per sempre. Ti segue, ti aiuta, ti coccola. Ecco perché Francesco Nicastro segna ogni giorno: con il suo Perugia (del quale è follemente innamorato) e nella vita.

Calmo, posato. Tranquillo, un po’ timido. Sguardo pulito, sincero di quelli che non tradiscono, rivelano piuttosto! “Cerco di mettere il massimo in tutto quello che faccio, dall’andare a buttare l’immondizia la sera a quando gioco. Cerco di sorridere sempre perché la forza del sorriso è unica”. Antidivo per antonomasia (rarità e virtù nel mondo di oggi), zero tatuaggi… “Perché non sono quelli che mi possono aiutare”. Molto credente, braccia al cielo dopo ogni gol, “la fede è importantissima, ti fa capire quanto possa essere importante ogni piccolo gesto”. E un gol di rara bellezza, peraltro in un derby sentitissimo… “Lo attribuisco a Dio”. Risposta immediata, istantanea di chi crede davvero in quello che dice e non parla tanto per dire qualcosa… Questo gol, finora il più importante della mia carriera e tutti quelli che farò sono tutti per mia madre, che è venuta a mancare due anni fa. E’ stato un momento terribile, di quelli che davvero non riesci più ad andare avanti. Poi all’improvviso ti scatta la rabbia che ti porta a non mollare, soprattutto per lei. Mi aiuta e mi protegge da lassù, mi piace pensare che ogni gol lo facciamo insieme”.

A Perugia lo amano da molto prima di quel gol. Per la sua semplicità, la sua genuinità… “Anche volendo – racconta Nicastro ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – non riuscirei a non essere me stesso”. Guarda sempre avanti, chi si ferma è perduto… “Ora già sto pensando alla prossima rete perché questo lo impone il calcio, se sbagli la partita dopo le persone si scordano di ciò che hai fatto quella prima”. Rimane la gioia, il ricordo e la foto nello spogliatoio del Liberati, “che ho già salvato e risalvato nel telefono, rimarrà sempre con me. Veramente non mi sarei mai aspettato una soddisfazione del genere”. Ma forse i tuoi compagni sì… “Prima di entrare, Di Carmine e Belmonte che erano vicino a me in panchina mi fanno… ‘Fra oggi entri e la decidi tu’. Gli pagherò la cena, è il minimo che possa fare”. Tutto bello e inaspettato, magari l’uno conseguenza dell’altro. Al rientro, peraltro, dopo due mesi fuori per infortunio. Ma Nicastro ha imparato a non mollare mai.

A quindici anni la prima esperienza... in seconda categoria, “di quelle che ti segnano perché di calci e botte ne prendi a valanga”. Il 31 agosto 2016 al Perugia… alle ore 23, termine ultimo per consumare un amore che trasuda felicità in ogni suo aspetto. “Se ripenso a quella giornata…”. Un mix di speranza, di incertezze e dulcis in fundo la sorpresa. “Alle 22.30 mi chiama il mio procuratore dicendomi che stavano provando a chiudere tutto, ma non sapeva se avrebbero fatto in tempo. Mi ero quasi rassegnato e invece alla fine è andato tutto per il verso giusto. Perugia è una città bellissima, ne sono completamente innamorato. Tifosi fantastici, società estremamente seria e poi compagni di squadra eccezionali. Auguro con il cuore a tutti quelli che amano il calcio di trovare un ambiente così”.

Estasiato Nicastro, come a Catania quando con gli occhi del fanciullino si approcciava alla prima, grande esperienza… “Lì ho fatto il settore giovanile e ogni tanto ho avuto la fortuna di allenarmi in prima squadra con gente del calibro di Gomez e Maxi Lopez. Ricordo come trattava la palla Mascara, ad ogni suo tocco brillava. Oppure le punizioni di Mihajlovic a fine allenamento che andavano a finire tutte sotto l’incrocio. Ho ricordi bellissimi”. Che, poi, noi stessi contribuiamo con il nostro modo di essere a renderli tali. E lui, con quel fare spontaneo e sorridente, ci mette del suo. Perché ogni palla o una semplice piccola azione quotidiana brilla. Con il sorrisone rassicurante di Francesco Nicastro…



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