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Data: 02/10/2017 -

Generazione Cristante: il gol alla Juventus e la convocazione in Nazionale, la rinascita di Bryan con la maglia dell’Atalanta

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Generazione Z-ingonia, è la generazione di calciatori sbocciata a Bergamo nella passata stagione e che porta il nome di Atalanta. Estensione della Generazione Z, quella nata dopo 1995. Modello di crescita dal basso da prendere d’esempio come successo dei giovani nel calcio. Ma anche modello di generazione di giocatori ri-nati con la maglia dell’Atalanta. Come Bryan Cristante, generazione Z, data di nascita 1995, e 22 anni appena compiuti, nonostante di lui si senta parlare già da un po’. Frutto del lavoro di Gasperini, ma che ora sfrutterà anche Ventura in Nazionale.

Generazione globale - Doppio passaporto: canadese come il padre, e italiano. Di Pordenone dove è cresciuto e dal quale se ne è dovuto andare a 14 anni, destinazione Milanello. Il sogno è sempre stato quello di vestire l’azzurro, nonostante Octavio Zambrano, commissario tecnico del Canada abbia cercato in tutti i modi di convincerlo. Prima di convincere Ventura però è servita molta strada.

Generazione Erasmus - Milano, Lisbona e di nuovo in Italia. Benfica, Palermo e Pescara, in soli tre anni. La fuga di cervelli - del centrocampo - all’estero e della Serie A, considerata troppo difficile per far crescere i giovani. Due stagioni agli ordini di Jorge Jesus: “Gli allenamenti erano anche più intensi di quelli di Gasperini” e la sensazione di non aver espresso il suo reale potenziale, solo 20 presenze e un gol in due anni.

Generazione X - Quella definita come reale mancanza di ottimismo nel futuro. Dimenticato forse troppo presto Bryan, dopo essere stato il più giovane ad aver esordito in Champions League con la maglia del Milan a soli 16. Dopo il Portogallo, le esperienze negative con Palermo e Pescara, in due stagioni critiche per la squadra siciliana e abruzzese. La perdita di fiducia, che sembrava ormai irreversibile, verso un giocatore perso ormai dai radar delle grandi squadre.

Generazione Z-ingonia - Quella che ha permesso di ritrovare al calcio italiano un suo “baby talento”, come veniva definito già nel 2011. Quella che agli ordini di Gasperini mette in allenamento il 100%. Dei Caldara: “Ogni domenica deve marcare gente fortissima, ma rimane sempre tranquillo” e di Petagna, con il quale ha condiviso l’esperienza nella Primavera del Milan, ora: “Non lo sopporto però quando mi fa aspettare perché ha delle interviste e mi tocca riaccompagnarlo a casa a Milano”. La generazione che ha portato al record di punti i nerazzurri e alla prima qualificazione in Europa League.

Una generazione di amici che ora si ritrova in Nazionale. Cristante e in parte Gagliardini. Questione di porte girevoli. Lui che da Bergamo se ne è andato all’Inter a gennaio facendo spazio a Bryan. L’italo-canadese ci ha messo un po’ a convincere i tifosi dell’Atalanta. Poi in questa stagione sono arrivati i gol contro Napoli, Everton e Juventus. Reti pesanti, che lo hanno reso imprescindibile nella formazione di Gasperini.

Una generazione ritrovata, quella di cui da adesso farà parte Cristante. Quelli che hanno dovuto fare un giro largo e metterci qualche anno in più per consacrarsi, confermando le proprie qualità e non tradendo le aspettative, nonostante i soli 22 anni.



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