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Data: 05/11/2016 -

Il voto del don, le acconciature, gli scherzi. Viaggio nel mondo Entella, una "Grande famiglia" che sogna la Serie A

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Ti addormenti una notte in Eccellenza e ti risvegli in Serie B, nemmeno 10 anni dopo. Che realtà, l’Entella. Col sogno di aggiungere un’ultima tappa al percorso, chissà. Ma guai nominarla. Scaramanzia. Ma soprattutto serietà, tanta. E serenità. Perché è ciò che il mondo Entella lascia più trasparire. Una grande famiglia che permette di lavorare serenamente e di vivere Chiavari in tutta tranquillità, come raccontato in esclusiva per noi da chi frequenta abitualmente i giocatori biancocelesti. E perché no, da chi cura il loro stile. Pronti? Via alla nostra giornata chiavarese.

“Quando giocano in casa passano sempre a fare il taglio, ormai è scaramanzia”, racconta Nicola Illiano, il titolare di ‘Nico e Pina acconciature’, nonché parrucchiere di fiducia di molti dei giocatori. “Di Serie A non ne parlano, ci prendiamo sempre in giro. Scherziamo, sono tutti ‘terroni’ come me – ride – Troiano insinua che io mi faccia la tinta color mogano come Berlusconi!”, altra risata. “Di sicuro il più fissato coi capelli è Palermo; mentre altri come Cutolo e Troiano non possono, ne hanno pochi…”.

“Sono tutti molto disponibili ma anche oculati”, rivela invece Enzo Cuzzilla di ‘Chopper Space’, negozio d’abbigliamento – insieme ad AMR – di riferimento per i giocatori. Non sono affatto spendaccioni come si potrebbe pensare! Nemmeno ora che stanno andando benissimo”. Quelli che vestono più particolare sono Troiano e Cutolo; mentre Iacobucci è il più Street Style.

Al giovedì sera poi, non è difficile incontrarli sl ristorante brasiliano 'Dragut', insieme a giocatori di Genoa e Samp. "Il giovedì è di rito ormai – racconta il titolare, Enzo Bellocchiovengono spesso i giocatori con le mogli e i bambini. Capita che si incontrino qui con il presidente Gozzi e giocatori di Genoa e Sampdoria. Quando c'è Cassano, anche lui un habitué, le battute si sprecano..."

Un punto di ritrovo quotidiano su tutti è l'Hotel Zia Piera di Marco Usai, dove pranzano, cenano e trascorrono tempo assieme: “Una volta dopo l’allenamento mattutino trovai gran parte di loro dormire a tavola o sulle poltrone per la stanchezza”. Tutti atleti ma “qualche nutella in più a volte ci scappa…”, ammette Marco sorridendo. Ambiente davvero familiare: “Vengono qua a sfidarsi alla Playstation o a chiacchierare dopo le partite, sono un grande gruppo”.


Di casa all'Hotel Zia Piera è anche don Andrea Buffoli, sacerdote quotidianamente al fianco della squadra ma soprattutto amico fidato dei giocatori e super tifoso: “In caso di Serie A sarei disposto ad andare a piedi ad un santuario qua nelle vicinanze per ringraziare la Madonna”. Ops, forse il don Andrea tifoso ha avuto la meglio per un istante sul sacerdote: “Ma lo farei anche se non succedesse perché dovrei ringraziarla tutti i giorni per la bellezza dell’Entella”, corregge il tiro, non sia mai.

Di casa al 'Comunale' invece c'è Sergio Baratta, storico magazziniere della società: “Quando va bene tutto tace, tutti fenomeni!”. Simpatico, Sergio. Affezionatissimo ai suoi ragazzi “in gambissima”, anche se “qualche pecorella c’è”, afferma col sorriso sulle labbra. “Senza fare nomi qualcuno per scherzo ha messo assorbenti pitturati di rosso negli slip dei compagni!”, risata contagiosa. E per concludere qualche lamentela del mestiere… “Tutti rompiscatole per quanto riguarda il materiale!”. Nel frattempo è terminato l'allenamento: è tempo di tornare al lavoro.


Ed anche il nostro viaggio si conclude così. Con l'ammirazione per la semplicità delle piccole cose. E per un ambiente sano: l'arma in più di una squadra partita da lontano ma desiderosa di levarsi ancora diverse soddisfazioni. E che non si vuole fermare perché l'Entella, scaramanzia a parte, prima di giungere capolinea, non disdegnerebbe un'ultima, storica tappa.



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