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Data: 28/06/2016 -

Da colpevole a "eroe nobile", una maestra prova a convincere Messi: "Ripensaci, fallo per i miei alunni"

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Gioie, soddisfazioni, ma anche sentimenti diametralmente opposti come rabbia, delusione e sconforto. Elementi che contraddistinguono lo sport, nello specifico il calcio, che prende esempio da sempre dalla vita umana. Novanta minuti in cui sentimenti ed emozioni vengono portati all'esasperazione dagli episodi, che trasformano una gara e talvolta anche la vita e la carriera di un calciatore. Succede talvolta che le vicende negative segnino ed incidano molto di più sulle scelte di una persona rispetto a quelle positive. E' il caso di Leo Messi, alla terza finale consecutiva persa con l'Argentina, spinto addirittura all'addio alla Selección dal malessere provocato da quel maledetto calcio di rigore sbagliato domenica notte.

"Lo avevamo detto", sentenziano i detrattori, pronti a puntare il dito contro l'anarchia tattica portata dalla Pulce in nazionale, sottolineando anche le debolezze di un campione dalle spalle ancora troppo piccole per poter reggere l'arcinoto paragone con Diego Armando Maradona. "Non mollare, è questa l'occasione per zittirli tutti", gridano a gran voce sull'altra sponda i sostenitori, pronti a scommettere che la prossima sarà la volta buona per lui e per l'albiceleste.

E in quel coro, l'urlo di speranza arriva anche da parte di una maestra argentina, che ha voluto scrivere una lettera all'attaccante del Barcellona, invitandolo a tornare sui suoi passi: "Metto nel mio lavoro tutto l'amore e la dedizione possibili, ma non avrò mai sui miei alunni lo stesso fascino che provano per uno come te. E oggi assistono alla resa del loro più grande idolo. Ti prego di non dar loro il gusto del mediocre, di chi frustrato dai suoi obiettivi non ancora raggiunti decide di lasciar perdere. Ti prego di non mollare, non far credere loro che in questo paese ci si preoccupa solo di essere primi e di vincere. I miei alunni hanno bisogno di capire che gli eroi più nobili, siano essi medici, militari, insegnati o calciatori, sono quelli che danno il meglio per il bene di tutti, pur sapendo che in caso di successo la vittoria è di tutti, mentre in caso di sconfitta rimarranno soli. Non mollare, continua a vestire la maglia del nostro Paese perché ci rappresenti molto più di tutte le coppe e le medaglie che potremmo o avremmo potuto vincere. Siamo orgogliosi di te".



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