Flashback. “Che fatica la prima volta al mare per convincerlo a venire a ballare! Dovemmo insistere parecchio anche se probabilmente accettò solo quando conoscemmo delle ragazze che come noi sarebbero andate in discoteca. Era un po’ teso all’inizio, poi ha rotto il ghiaccio. Ora non se la cava male nemmeno a ballare!”.
Storia di un’amicizia speciale, quella tra Mattia e Daniele. Anzi, Caldara e Mologni, conosciuti così ai tempi delle giovanili dell’Atalanta. Non solo compagni di squadra ma anche di banco: “Praticamente passavamo tutto il giorno assieme, fino a condividere anche la stessa compagnia di amici – ha raccontato proprio Mologni in esclusiva per Gianlucadimarzio.com – Mattia è sempre stato umilissimo, buono e timido! Uno di quelli che fa raramente battute, ma quando le fa è impossibile non ridere”.
La scuola era l’istituto ‘Vittorio Emanuele II’ di Bergamo, sezione Ragioneria. “Anche a scuola ce la cavavamo alla grande. Mattia adorava Italiano ed in particolare la Divina Commedia, se avesse continuato gli studi avrebbe fatto Lettere all’Università”. Ricordi scolastici che riaffiorano: “Ogni tanto scherziamo ricordando un’interrogazione di spagnolo che andò male perché pronunciò in modo errato ‘Velazquez’ oppure di quando nelle ore di Educazione Fisica giocando a calcio passava la palla alle ragazze appositamente!”. Con una grande passione in comune “i libri!” tanto che “spesso ci consigliamo a vicenda cosa leggere. Il suo preferito è ‘Delitto e castigo’ di Dostoevskij; il mio ‘Sulla strada’ di Kerouac ma leggiamo un po’ di tutto”.
Simpatico, Mologni. Affezionatissimo all’amico fraterno, col quale ha appuntamento fisso al giovedì sera non per ballare, bensì per il corso d’Inglese: “‘Matti’ si presenta sempre col suo zaino storico: un Eastpak gigante che gli creava problemi nel muoversi tra la gente fin dai tempi delle superiori e che portava con sé anche a Trapani durante le prime interviste, gli causò diverse prese in giro!”. ‘Secchioni’ con la testa sulle spalle da sempre, i due. Ora l’uno studia Giurisprudenza; l’altro da difensore dell’Atalanta. E da bomber – già 3 gol in 7 presenze – “Chi se l’aspettava! Negli anni delle giovanili gli dicevamo sempre ‘Non segni mai’ anzi, segnò una volta contro il Novara: ‘mezzo miracolo’, affermavamo per deriderlo. E pensare che al Cesena mi dedicò addirittura un gol mimando il gesto degli occhiali: avevo iniziato ad usarli da poco e mi ripeteva ‘mi sembri un intellettuale’ in continuazione”.
Ma la specialità della casa è sempre stata difendere: “I primi anni all’Atalanta lo chiamavamo ‘Colders’ o ‘The Wall’ proprio perché era insuperabile”. Ragazzo d’oro con un solo, grande difetto: “A Fifa è un disastro totale! Quando giochiamo 2 vs 2 io e lui facciamo coppia fissa ed a causa sua non riesco mai a vincere – continua Daniele ridendo – ma è impossibile arrabbiarsi perché è talmente umile che chiede scusa ogni volta che sbaglia”.
La pacatezza in persona, dicono di Caldara. “Arrabbiato? Mai. Al massimo deluso quando perde”. Tutto il contrario del papà, che alle partite nelle giovanili era “sempre attaccato alla raminata – ride di nuovo, ndr – a parte gli scherzi, Mattia è affezionatissimo non solo al papà che lo segue sempre ma a tutta la famiglia”.
E nessun rammarico né invidia da parte di Daniele per una carriera conclusa anzitempo dopo l’ultima esperienza in Serie D: “Quando andai in ritiro con l’Atalanta di Colantuono mi alzavo la mattina e non ero felice, cosa davvero strana per un ragazzo con la possibilità di vivere certe esperienze. Probabilmente non faceva per me…”. La saggezza nel riconoscere quale strada intraprendere e la consapevolezza di condividere un’amicizia davvero speciale perché per Mattia (Caldara), Daniele (Mologni) sarà sempre il tifoso numero uno. E chi ha avuto il piacere di conoscerli ricorderà sempre quei due amici ‘secchioni’ compagni di squadra e di banco.