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Data: 07/11/2016 -

Bergamasco e fedele alla sua Dea Atalanta: ragionier Gagliardini in Nazionale

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Indossa la maglia dell’Atalanta da 15 anni eppure Roberto Gagliardini è un 1994 e ne ha appena 22, di anni. E’ nato a Bergamo e quindi bergamasco DOC, da sempre innamorato (tifoso!) della sua Dea nerazzurra che fortunatamente - per lei - non è bendata quando si tratta di giovani talenti. Il maestro Bonifacio lo vede giocare nel Mariano di Dalmine di ‘mister’ Gagliardini (Senior) e se lo porta a Zigonia, quando aveva 7 anni. Roberto si diverte già con una magliettina taglia xs addosso, in un campo a sette. Aveva sempre fatto l’attaccante prima di allora, perché gli piaceva segnare facile. “Alto com’era”. Facilissimo, a quell’età. Così toccava al fratello Andrea correre su e giù per il centrocampo. Col tempo però nulla è rimasto uguale, con Andrea che ha preferito gli studi - laureato in Economia - al calcio. Roberto entra e vive quel sogno, lo condivide con i suoi compagni di spogliatoio, ragazzi semplici come lui: Conti, Caldara e Grassi. Ragazzi che quasi 15 anni dopo continuano a vivere quel sogno, insieme a lui. Nel mondo della Serie A.

Gagliardini. E non solo per quel diploma preso senza mai un debito alle spalle. D’altronde i genitori professori di educazione fisica ci tenevano eccome. Preciso, guarda al collettivo. Aziendalista. Pragmatico. Anche se da bambino amava un fantasioso come Zidane, 'per la sua eleganza’ e oggi impazzisce per Messi. Altro ’10’ di qualità. E’ no che fa fatti, Roberto, mica chiacchiere. Professionista anche nei videogiochi, in compagnia dell’amico Marco D’Alessandro. 'Giochiamo a Call of Duty e a Fifa e ci sfidiamo online parlandoci attraverso le auricolari’ rivelò al Corriere. Alla voce altri sport c’è l’Nba, lui tifa Cleveland. Fedele alla sua Dea Atalanta, a Lebron ma non solo. E’ fidanzato con l’amore di una vita: Nicole Ciocca. Si sono conosciuti giovanissimi e le loro foto su Instagram sono l’album più romantico che ci possa essere. La porta sempre con sé, anche in campo, in uno dei due parastinchi perché nell’altro c'è la famiglia. “Rosanna, Alessandro, Andrea, Giulia”. La sua forza. Quella che non lo ha mai lasciato solo, soprattutto nei momenti più difficili, quando bisognava stringere i denti e crescere lontano da casa, a suon di prestiti. Eccetto Cesena dove “abbiamo conquistato la Promozione. Ho capito che di calcio potevo vivere”. Poi, un anno allo Spezia: 14 partite, un gol e tanta panchina. Sei mesi al Vicenza: un direttore sportivo che stravedeva per lui (Paolo Cristallini) e un allenatore che ha forzato per averlo (Pasquale Marino), 19 partite, un gol. Ma troppi infortuni. L’Atalanta se lo riprende ma Roberto si allena per 4 mesi senza mai vedere il campo. A fine agosto sembrava potesse salutare definitivamente ma Gasperini ha bloccato la sua cessione. Quasi se lo sentisse. Oggi Roberto Gagliardini fa il titolare nella sua Dea. Lo fa alla grande, sempre più decisivo. E nelle ultime ore è stato pure convocato in Nazionale maggiore da Ventura, per sostituire Marchisio. Quando papà l’ha saputo, è scoppiato in lacrime dalla gioia. Tutto azzurro, per qualche giorno. Il ragazzo? Emozionatissimo. Perché indosserà la maglia dell’Atalanta anche da 15 anni ma Roberto Gagliardini é ancora giovanissimo. Ventidue anni. E con un sogno che si sta realizzando. "Qualcosa da dire?". No, non ci sono parole. Solo sorrisi a trentadue denti, come questi QUI.






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