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(Re) Giorgio Zamuner e la sua Spal d’Inghilterra: “Giovani e divertimento”

Alla Spal non si fanno prigionieri. Il sabato pomeriggio al Mazza è degno di una delle migliori pellicole di Tarantino. In novanta minuti può succedere di tutto. ‘Maiallll’ esclamano da queste parti! ‘Maialll’ sì, che carica i giovani di Pep Clotet. Corrono, verticalizzano, giocano nella metà campo avversaria. Attaccano. Sempre. Entri al Mazza e pensi di essere al centro di Londra. E poi la Ovest che canta, novanta minuti filati. Canta all’inglese. Tutti insieme, solo con la voce. Altro che la vicina Gardaland…

Ce lo aveva detto (Re) Giorgio un anno e mezzo fa, voglio una Spal all’inglese’. Detto, fatto. Uno di poche, ma sincere parole, il direttore sportivo Giorgio Zamuner. Elegante, come quando giocava, qui, alla Spal. Lo chiamavano l’Imperatore. Aveva sempre le idee chiare, un punto di riferimento per i suoi compagni e per la città. Lo è ancora, lo è soprattutto ora… “E ne sono onoratissimo, Ferrara ormai è casa mia. Vedere questa gente, la mia gente divertirsi è già una grande vittoria”. Sorride (Re) Giorgio. L’hai costruita a misura di città. E’ proprio la squadra di Ferrara, eh. Giovane, dinamica, passionale… “Assolutamente! Era proprio questo l’obiettivo: costruire una squadra che rappresentasse la mentalità della città. Siamo sinceramente contenti del percorso, potevamo avere qualche punticino in più, ma non importa, ce lo riprenderemo con gli interessi. Alla lunga il calcio funziona come la vita, il tempo declina il merito e se sei in debito con la fortuna ti restituisce tutto”.

 

 

Parole sentite, di chi crede in maniera ferrea nelle proprie idee. Sincere, come il calcio di Clotet. Non conosce artifizi: giocare, verticalizzare, segnare… “Pep è un allenatore un po’ atipico per il nostro calcio, per la nostra mentalità fortemente conservatrice. Il suo calcio è un mix tra la mentalità spagnola e quella inglese. Bielsa è il suo punto di riferimento. Ne parla spesso e noi ascoltiamo compiaciuti. Tra me e lui è stato un colpo di fulmine quest’estate, ci siamo presi subiti. Volevo un allenatore che desse un taglio simile a quella Spal degli anni d’oro, che potesse infiammare la gente, la mia gente. E credimi sono davvero felice, siamo in linea con i programmi”.

  

 

 

La sana esuberanza dei giovani. Tripaldelli, Esposito, Seck e (troppi ce ne sono). Uno su tutti, Lorenzo Colombo, 5 gol finora, arrivato in estate in prestito dal Milan. Una di quelle punte che sa fare tutto: segnare, giocare, difendere. Tutto. All’inglese, chiaro… Mi ricorda Vieri. E’ un ragazzo eccezionale, in campo uno spettacolo, l’hai detto te: sa fare tutto! Lo volevo prendere già lo scorso gennaio, ma alla fine andò alla Cremonese. In estate mi son detto ‘stavolta non me lo faccio scappare’ e così è stato. Al primo contatto gli ho detto, ‘Lorenzo, ti do la maglia numero nove. Sarai la punta titolare della Spal, stai tranquillo che non ne prendo un altro’. Forse lì gli è scattata la molla…”.

Affidare le chiavi dell’attacco a un ’02 alla prima vera esperienza in B. Mica da tutti! Ma il calcio, in fin dei conti, è come il destino: premia chi osa, chi va oltre il convenzionale. E pensare che presto potrebbe esserci anche Pepito Rossi, che ormai si allena con la Spal da qualche settimana… “Non ve lo devo certo presentare io (sorride). Viene da un periodo di inattività, va rimesso in moto, ma devo dire che non abbiamo alcuna fretta, né noi, né lui. L’obiettivo – spiega il ds Zamuner – è ovviamente quello di tesserarlo, ma aspettiamolo con calma. Ecco, la calma è un’altra nostra virtù…”.

 

 

Calma e passione. Ferocia (agonistica) e spensieratezza. La Spal degli opposti. La Spal… di Tacopina… “La sua indole si sposa appieno con la squadra. Lui è sempre iper positivo, carico a palla. Una bella iniezione di entusiasmo per tutti. Siamo davvero contenti di lavorare insieme, anche con Massimo Tarantino responsabile dell’area tecnica”.

Le idee oltre il luna park. L’attaccamento granitico oltre la (lucida) follia. Ogni dogma è costruito per avere (anche) un’antitesi. Qui, alla Spal, più che un’antitesi, c’è una bella (nuova) tesi di calcio moderno. Perdere o vincere, fa quasi lo stesso. Si tifa, si battono le mani, ci si alza in piedi per una bella verticalizzazione. Forza cara, vecchia Spal, che la vinse il mundial…

Lorenzo Buconi

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