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Precisione svizzera e orizzonti bianconeri: i numeri di “Zak” per la nuova Juve

Il colpo Vlahovic ha messo l’acquisto di Zakaria in secondo piano, ma il nuovo centrocampista svizzero della Juventus può essere l’uomo giusto da cui ripartire in mezzo al campo. 

Come il numero 7 serbo in attacco, Zakaria darà innanzitutto fisicità alla mediana bianconera con i suoi 191 cm.  

Ma non solo, grazie alle statistiche fornite da Statsbomb (www.Statsbomb.com), cerchiamo di capire la logica dell’investimento immediato sull’ex Monchengladbach negli ultimi giorni della finestra invernale.

Partiamo dal radar (già utile per definire le caratteristiche di Amiri e Cabral, qui i focus), ovvero dal confronto fra i numeri del giocatore e quelli dei pari ruolo nei top 5 campionati europei.

“Ministro” svizzero in passaggi e intercetti

Nel caso di Zakaria spiccano subito due caratteristiche: percentuale altissima di passaggi riusciti (circa il 90%) e incredibile capacità di intercettare palloni (la statistica prende il nome di PAdj interceptions, ovvero numeri di intercetti per ogni 90 minuti rapportati al possesso della squadra: nel caso dello svizzero 2,5 a gara).  

L’analisi potrebbe essere già conclusa qui. Il nuovo numero 28 bianconero arriva per garantire un tempo (ancora più che una percentuale) di possesso palla superiore e la capacità di far ripartire le azioni durante la fase di riconquista con i suoi recuperi, situazioni che sono spesso mancate nei primi 6 mesi dal ritorno di Allegri.

Ma c’è di più. Un’ottima percentuale di dribbling riusciti (1,46 ogni 90 minuti) e pochissime palle perse, 1,34 di media a partita. Insomma, caratteristiche che fanno la differenza, specie se si mettono da parte per un attimo i numeri e si lascia spazio al tipo di giocatore visto in Germania.  

La capacità nel dribbling si traduce in avanzate prolungate palla al piede grazie alle lunghe leve del classe ’96, mentre le poche palle perse significano meno passaggi rischiosi (e gli 0,02 expected assist a gara in questa stagione la dicono lunga…) ma anche tanti tocchi in mezzo al campo come motore continuo, specie in fase di impostazione.

Tuttocampista? Difesa e presenza totale

Passiamo alla zona di campo che con ogni probabilità Allegri riserverà a lui. Zakaria sarà fulcro difensivo del centrocampo bianconero, sia in 4-2-3-1 (o 4-4-2 direttamente) in coppia con Locatelli – che ritroverebbe così il modulo con il quale è esploso a Sassuolo grazie a De Zerbi – sia in un centrocampo a tre.

Non deve ingannare il ruolo da mezzala che potrebbe essergli proposto con Arthur regista in alcune gare: lo svizzero partirà comunque in posizione più arretrata, con capacità di puntare la trequarti avversaria grazie alle ampie falcate.

Lo dimostra anche la mappa della “Difensive Activity”, ovvero delle zone e degli “eventi” (falli, contrasti, intercetti, pressioni) in fase difensiva dei primi sei mesi di stagione in Bundesliga.  

Le zone rosse sono ovviamente quelle più calde e sono chiaramente nella zona centrale del campo, con particolare attenzione al centrodestra. La presenza di Zakaria è costante, specie nella metà campo difensiva, fino ai 25 metri avversari.

Coraggio e ristrutturazione

Questi dettagli danno un’indicazione chiara sulla “nuova Juve” ristrutturata nel mercato di gennaio.

Vlahovic è il nuovo terminale offensivo nell’area di rigore avversaria e su questo ci sono pochi dubbi. Ma come servirlo adeguatamente in una squadra che ha faticato a creare occasioni da gol e ad alzare il baricentro?

Spostando in avanti il raggio d’azione dei trequartisti, coprendoli in modo migliore con la “diga” che costruirà proprio il nuovo centrocampista.  

Serviva un calcio più offensivo e lo scudo in mediana fornito da Zakaria paradossalmente sarebbe ciò che lo può ispirare. Magari confermando con coraggio il 4-2-3-1.

C’è un quarto posto (almeno) da inseguire e una Champions da giocare. Gli acquisti a gennaio hanno ampliato gli orizzonti per il futuro, ma anche allargato quelli del presente.

Paolo Borella

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