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Seguendo le orme di Kanté, sognando Drogba: chi è Wahi, oro del Montpellier

Un ragazzo di 18 anni è già decisivo tra i grandi. Il baby Elye Wahi fa subito parlare di sé. Nella partita contro il Lione è entrato e dopo pochi minuti ha segnato il gol vittoria per il suo Montpellier. È il terzo in Ligue 1 in 7 partite. Il primo determinante, dopo quelli serviti a poco contro Monaco e Lens. Per Rudi Garcia la notte è stata amara. Colpa e merito di un predestinato che sogna Drogba, suo idolo da quando era bambino, e segue le orme di N’Golo Kanté. Del primo ha il ruolo (e le origini). Del secondo ha buona parte del percorso formativo.

Wahi nasce nella provincia parigina, da una famiglia ivoriana. Dai 6 ai 13 anni gioca nel Suresnes, la prima squadra di Kanté. Poi lascia la casa in cui è nato e parte per cogliere la prima grande opportunità della sua vita. Si chiama Caen: la squadra in cui N’Golo è diventato il Kanté che conosciamo tutti. 

Attaccante nato. Come il suo idolo Didier Drogba. A 11 anni Wahi fa capire di avere qualcosa di speciale: gioca in attacco e segna. Ma un po’ più del normale. Nella stagione 2016/17 ne fa ottantanove. E inizia subito a giocare con i più grandi. Dagli U15 passa agli U17. Predestinato. In un’amichevole contro i ragazzi del PSG entra e crea il panico. Segna una doppietta, i difensori avversari non lo tengono, e lui a fine partita se ne esce così: “Oggi è stata dura. Avevo un dolore al polpaccio. Posso fare molto di più”. Baby-fenomeno. I bastoni tra le ruote avrebbe potuto metterseli solo lui. Detto, fatto: litiga con un coetaneo del collegio e si fa cacciare dal Caen per aver violato i codici etici del club. Punto e a capo. Si torna a casa da mamma.

Ma il suo talento era ormai noto. Occhi addosso da tutta Francia. E non solo. Lo vogliono il PSG, il Borussia Dortmund e in Inghilterra. Il suo entourage lo spinge verso il Southampton, che gli fa la corte. Il ragazzo intanto firma con un club locale, il Montfermeil, che si sfrega le mani mentre aspetta l’offerta del club inglese: “Con questi soldi ci compriamo un minibus”. Ma fino ai 16 anni non può trasferirsi fuori dalla Francia. Lo dice il regolamento della FIFA.

A portarlo a Montpellier è stato un certo Francis De Taddeo. Non una persona qualunque. Era stato il suo istruttore a Caen. Lo stesso che lo aveva espulso sei mesi prima per cattiva condotta. Nel frattempo, De Taddeo era diventato allenatore nel settore giovanile a Montpellier: “Il ragazzo ha talento e merita un’altra chance”. Fu lui a convincere la madre a tenere Elye lontano dalle sirene inglesi. Per lui era troppo presto per partire. L’affare tra il Southampton e il Montfermeil sfuma. Niente minibus.

Quando Wahi è nato, il 2 gennaio 2003, il suo idolo Drogba aveva 25 anni e lo conoscevano ancora in pochi. Si stava facendo conoscere in Ligue 1, iniziando a segnare i primi gol pesanti con la maglia del Guingamp. Solo qualche anno dopo, l’ivoriano avrebbe vinto tutto. Seguendo e volendo imitare i passi del suo beniamino d’infanzia, Wahi ha capito che la strada per la gloria passa dal campionato francese. E che l’Inghilterra può ancora attendere. Drogba insegna. Kanté può confermare.

Cosimo Bartoloni

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