Ieri il Villarreal ha scritto la storia. Di nuovo.
Per la seconda volta da quando esiste la Champions League, il sottomarino giallo è riuscito ad arrivare tra le prime quattro squadre d’Europa grazie a un gol di Chukwueze, che ha ammutolito l’Allianz Arena da subentrato. Gli è bastato un assist di Moreno per eliminare il Bayern Monaco e aggiornare il libro delle imprese di questa società.
Dopo la vittoria dell’Europa League contro il Manchester United nella scorsa stagione, adesso si sogna il bis. Vila-Real è pronta a rivevere le stesse emozioni della stagione 2005-2006. Una stagione in cui il Villarreal vantava esperienza e, soprattutto, qualità in almeno tre giocatori: Riquelme, Forlán e Tacchinardi.
Sì, tra chi ha fatto la differenza in quella squadra rimasta nel cuore di tanti appassionati c’era anche Alessio Tacchinardi. Che ha portato in Spagna la sua esperienza e il suo invidiabile curriculum europeo: ben quattro finali di Champions League, di cui una vinta nel 1996 a Roma.
“È stata una esperienza bella e superpositiva. Anche se non so se tornando indietro la rifarei” ha dichiarato Tacchinardi a La Provincia. “Quando un giocatore italiano va all’estero viene dimenticato in patria, in pratica diventa un ex“. Parole amare, che nulla tolgono però all’importanza che Alessio ha avuto nella storica cavalcata del Villarreal fino alla semifinale. Impresa interrotta solo dall’Arsenal e da quel maledetto rigore, sbagliato da Riquelme.
Indubbiamente il giocatore più talentuoso di quella squadra. Juan Roman Riquelme, forse uno degli ultimi veri numeri dieci, che ha fatto della tecnica e della fantasia le sue armi migliori. Oltre, ovviamente, a quel destro con cui riusciva a servire assist e calciare meravigliose punizioni. Un fondamentale rivelatosi decisivo, ma in negativo, per il suo Villarreal.
Quel rigore sbagliato ha rappresentato l’unica grande macchia di una carriera splendida. Un rigore che non solo ha condannato il Submarino Amarillo giallo a salutare la Champions League a un passo dalla finale, a cui approderà l’Arsenal di Arsène Wenger. Ma, di fatto, ha incrinato il rapporto tra lui e gli spagnoli, portando all’addio nel 2007.
Manca un solo tassello, ultimo ma non per importanza: parliamo di Diego Forlán. Si può dire che la sua fama da grande attaccante cominciata proprio con la favola Villarreal. Dopo un biennio negativo al Manchester United, l’uruguaiano ha accettato la corte degli spagnoli. E l’impatto è stato straordinario: venticinque reti messe a segno ne La Liga 2004-2005 e prima, storica qualificazione del Sottomarino Giallo in Champions.
Nell’annata successiva, ha giocato praticamente tutte la partite in cui gli spagnoli sono stati impegnati. In Champions, però, la macchina da gol vista in Spagna si è inceppata: i gol nella fase finale furono solo 2, ma pesanti. Come quello siglato a San Siro contro l’Inter nell’andata dei quarti di finale, decisivo per il passaggio in semifinale. Quelle stesse semifinali, ritrovate sedici anni dopo l’ultima volta. E chissà che questa volta la storia non possa andare diversamente…
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