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Veron: “Argentina? Il calcio ha il potere di unire. Mihajlovic è stato un fratello maggiore”

Presente a Montecarlo in occasione del Golden Foot, dove è stato premiato come “Leggenda”, Juan Sebastian Veron è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. L’ex calciatore argentino, ora vice-presidente dell’Estudiantes, ha parlato di calcio italiano, della vittoria del Mondiale dell’Argentina, e infine ha ricordato l’ex compagno Sinisa Mihajlovic.

 

Veron: “Contento del rinascimento. Argentina? Il calcio ha il potere di unire”

Veron, nato nel 1977, è stato insignito del Golden Foot Legend Award. Riguardo questo premio, l’ex centrocampista ha detto: “Se mi ritengo un esempio? No, ho fatto la mia carriera, giocata tutta all’estero. Ho giocato in un momento straordinario del calcio italiano. Sono contento dal riconoscimento, di essere qua, è una carezza all’anima. Ciò che ho fatto, giocare a calcio, è la cosa più bella”.

 

 

Nel corso dell’intervista, Veron ha commentato anche la vittoria del Mondiale da parte dell’Argentina, nazionale della quale ha vestito la maglia in 72 occasioni: “Quello che ha il calcio, e che non ha la politica, è la forza di unione. Lo possiamo vedere per le strade di Buenos Aires: non ci sono colori politici. Il calcio ha il potere di unire, ed è una delle cose più belle che si possono vedere. Straordinario, una gioia rivedere la coppa in Argentina. Io ero piccolo nel 1986″. Quindi, l’ex centrocampista ha risposto alla domanda su come la Serie A ritroverà i giocatori che hanno vinto il Mondiale, Lautaro, Di Maria, Paredes e Dybala: “Sono stati tutti protagonisti, chi giocando più, chi giocando meno, ma tutti, in un mese di ritiro, lasciano la propria impronta. La Serie A si ritroverà ragazzi carichi, con tanta voglia di giocare, campioni del mondo. Sono ragazzi che dovranno aproire le porte ai campioni del futuro”.

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic

Veron, in seguito, ha ricordato il suo ex compagno, Sinisa Mihajlovic, con il quale ha giocato sia alla Sampdoria che alla Lazio: “Quando arivai alla Sampdoria ho imparato tanto guardando e sfidandomi con lui. C’è tantissima tristezza, ma voglio ricordarlo con un sorriso, è sempre stato un fratello maggiore per me. Non ho mai discusso con lui, mi ha sempre guidato. Ma, con in campo Sinisa, le punizioni erano tutte sue”.

Redazione

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