In vista dell’Europeo, gli azzurri a marzo affronteranno Venezuela ed Ecuador in amichevole, rispettivamente quarta e quinta nelle qualificazioni sudamericane al Mondiale 2026. “Il bilancio del 2023 è positivo, molto meglio rispetto a quello che ci potessimo aspettare”, così Fernando Ariel Batista a Gianlucadimarzio.com, dallo scorso marzo ct del Venezuela. “Ora ci aspetta un anno impegnativo a partire dai test con Italia e Guatemala. Prima dell’inizio delle Eliminatorias abbiamo fatto delle amichevoli negli Usa e oltre al risultato ho valutato in maniera positiva come il gruppo ha trascorso quei giorni visto che tanti giocatori venivano chiamati per la prima volta”.
Fratello minore del campione del mondo Sergio Batista, El Bocha ha collezionato 2 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta e sogna di portare la Vinotinto per la prima volta al Mondiale. “L’obiettivo principale è la qualificazione alla Coppa del Mondo 2026 e siamo partiti molto bene, ma questo è solo l’inizio. Dobbiamo migliorare ogni giorno e mantenere i piedi per terra. Ho chiesto io alla federazione di fare un test contro una nazionale competitiva, campione del mondo. Ci servirà per capire a che punto siamo: giocare contro l’Italia ci motiva e ci servirà per provare qualche giocatore che ha avuto poco spazio nelle qualificazioni e qualche volto nuovo”.
Il 53enne allenatore argentino ex ct dell’Armenia e dell’Argentina Sub20 ha raccolto l’eredità di Pekerman nel Paese sudamericano in cui lo sport principale è il baseball. “Dal 2017 lavoro con le nazionali e ho affrontato spesso il Venezuela: sapevo che avrei trovato una nazionale fatta di giocatori che hanno un buon livello, ma serviva creare un gruppo competitivo, come abbiamo fatto nel 2023. I giocatori si allenano, hanno tecnica e sono preparati, ma bisognava lavorare sulla testa e convincerli di potersela giocare con tutti. Adesso si sta iniziando a vedere questa impronta, ben sapendo che ci sono avversari difficili. Dobbiamo essere pronti a livello tattico ed emotivo”.
La qualificazione al Mondiale per il Venezuela è un sogno, per l’Italia di recente sta diventando un’ossessione. “Da appassionato del calcio italiano, vedere un Mondiale senza l’Italia è strano, come se mancassero Germania, Brasile o Argentina. Per me resta una nazionale di alto livello soprattutto per il suo allenatore: mi piace tanto il suo gioco, e anche perché ha a disposizione giocatori dei migliori campionati. Non qualificarsi a 2 Mondiali non me lo so spiegare, ma toccare il fondo serve a vedere alcune cose che non vanno per cambiarle”. Il ct della Vinotinto poi si sofferma su Spalletti: “Ha molta esperienza e la sua impronta è chiara: le sue squadre cercano sempre di essere protagoniste col pallone per attaccare la porta avversaria. Squadre ordinate ed equilibrate. È un ct molto bravo, mi immagino che cercherà di trovare il miglior funzionamento in queste amichevoli, schemi e giocatori. Sarà molto bello affrontare gli azzurri”.
E sul luogo comune del catenaccio all’italiana, come viene spesso etichettato il nostro modo di giocare: “Negli ultimi anni l’Italia ha fatto vedere uno stile molto diverso rispetto a prima: si rischia di più e sono cambiati gli schemi. Quello che intendo io per catenaccio è un calcio ordinato e tattico che è servito alla Nazionale per vincere dei titoli e che poi è stato adottato anche dal campionato. Il catenaccio però credo che resterà e se uno pensa alla Serie A gli viene in mente quel modo di giocare, poi ci sono nuove generazioni di allenatori e il calcio si evolve: bisogna adattarsi”.
A Fort Lauderdale contro gli azzurri, Batista potrebbe trovarsi di fronte una vecchia conoscenza come Mateo Retegui: “Per prima cosa voglio dire che sono sempre contento quando fanno bene questi ragazzi. Cercheremo di limitarlo se ci toccherà affrontarlo visto che lo conosco: io l’ho allenato poco prima della pandemia e poi l’ho inserito in una prelista di 40 giocatori per le Olimpiadi, ma ancora non aveva giocato al Talleres o al Tigre. Ha deciso di vestire la maglia dell’Italia e va rispettato: ha molte qualità ed è un grande attaccante, ma in Argentina c’è molta concorrenza. Ancora non ha fatto vedere tutto il suo potenziale nel Genoa e in Nazionale, ma credo che raggiungerà alti livelli per il professionista che è: suo padre è un allenatore, la sua famiglia è piena di sportivi e sanno cosa significa essere un atleta d’élite”. In Italia ci gioca invece da 4 anni Osorio, protagonista nel Parma di Pecchia: “Ha avuto un 2023 di alto livello sia a livello di club che di nazionale. Si sta confermando in Serie B. È un giocatore fisico, forte di testa e bravo nell’impostazione. Per noi è importante e lo è anche per una squadra che sta lottando per la promozione in Serie A come il Parma”. Un presente opposto rispetto a quello di Torregrossa al Pisa, tormentato dagli infortuni. “Lo abbiamo convocato nel 2023 e quest’anno non sta giocando molto a causa di qualche problema fisico. È un peccato perché è un grande professionista e un giocatore forte: sappiamo ciò che può darci e resta nella nostra orbita. Spero possa superare questa situazione al più presto”.
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