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Subito in gol anche sulla nostra sponda dell’Atlantico: la storia di Gianluca Busio

Il Venezia deve il punto guadagnato a Cagliari al 92′ un po’ alla fortuna ma innanzitutto a Gianluca Busio, il classico centrocampista “con il vizietto del gol”.

Dopo averne fatti abbastanza negli Stati Uniti, quanti ne sono serviti a convincere l’intera America di essere un nuovo astro nascente, adesso è arrivato anche il primo gol in Italia: “È stata una grande emozione perché il mio gol è arrivato al termine di un match tirato e in cui non riuscivamo a segnare“, le sue parole a Dazn al termine della gara.

 

 

GIANLUCA BUSIO: “A STAR IS BORN”

Nato il 28 maggio 2002 a Greensboro, nel North Carolina, ma con chiarissime origini italiane: madre afroamericana, padre di Brescia e innamorato pazzo della sua Inter. È stato quest’ultimo a trasmettere al piccolo Gianluca la passione per il calcio, come lui stesso confessò in una vecchia intervista a MlsSoccerItalia.

Le mie origini italiane hanno giocato un ruolo importante perché in Italia, come sapete, il calcio è lo sport principale. Crescendo con mio padre, italiano, che guardava tutte le partite, ho desiderato di voler diventare come i professionisti che vedevo in televisione, così avrebbe potuto guardare me un giorno“.

Nella stessa intervista, confessò la usa ambizione, alimentata dall’aver esordito molto presto tra i professionisti: “Imparo molto allenandomi con i ragazzi più grandi e giocando professionalmente. Sogno di giocare un Mondiale. Metto il 2026 nel mirino, quando lo giocheremo in casa“.

LA SUA CRESCITA: LO SPORTING KANSAS CITY

Cresciuto calcisticamente tra i dilettanti del North Carolina Fusion, nel 2016 lo Sporting Kansas City bussò alla porta di casa sua, visto il suo incredibile talento. Infatti, non sembrò soffrire minimamente l’enorme salto di categoria. Gianluca Busio doveva essere bloccato ad ogni costo, perché una regola poteva allontanarlo dal Missouri.

Infatti, possedendo anche un passaporto comunitario, per via delle sue origini, senza un contratto da professionista, Busio avrebbe potuto liberarsi a zero e partire per l’Europa per qualunque club avesse voluto tesserarlo. Allo stesso modo Christian Pulisic e Gyo Reina hanno lasciato gli USA per accasarsi al Borussia Dortmund.

 

 

Nel 2017, per evitare questo spiacevole destino, dopo aver scoperto e ingaggiato il piccolo fenomeno del centrocampo, a 15 anni e 89 giorni Gianluca Busio esordisce tra i professionisti in MLS. Da lì, in tre anni, ha collezionato 70 presenze, segnando 8 gol e fornendo 9 assist. Numeri da predestinato.

L’ARRIVO IN ITALIA: UNA CHANCE CHIAMATA VENEZIA

Numeri che hanno portato il giovanissimo centrocampista col vizietto del gol a riattraversare l’Atlantico e tornare in Italia, questa volta non per le vacanze. Il Venezia dell’americano (guarda caso) Duncan Niederauer ha voluto puntare sulla nuova stella statunitese per regalare qualità al centrocampo della squadra, risalita in Serie A dopo ben 19 anni.

 

 

Per farlo, ha dovuto battere la folta concorrenza: in Italia la prima squadra a mettere gli occhi sul 19enne è stata il Sassuolo, ma alla fine l’ha spuntata il Venezia. Lo aveva spoilerato anche un suo compagno di squadra, Reggie Cannon, su Instagram, in un video ripreso durante i festeggiamenti della vittoria del Gold Cup da parte degli USA.

In queste prime sette giornate di Serie A ha giocato sempre e da titolare, tranne alla prima giornata contro il Napoli in cui ha dovuto attendere la documentazione necessaria per essere abilitato a giocare.

A distanza di quasi tre anni, appunto da quel 18 ottobre 2018 in cui segnò il primo gol tra i professionisti, Busio adesso ha segnato il primo gol italiano in Sardegna. Nel segno di Pirlo, giocatore che segue, studia e ammira tantissimo. Il nuovo Pirlo però non sarà tricolore, purtroppo, ma veste le stelle e le strisce.

A cura di Lorenzo Gentile.

Lorenzo Gentile

Classe 1996, nato a Napoli con il desiderio di girare il mondo, stadio dopo stadio, cresciuto con il sogno di commentare le partite più strane, più ricche e magari anche quelle più grandi. Oltre alla telecronaca, adoro il mondo segreto e misterioso del calciomercato. Lascerei il giornalismo solo per allenare in prima persona, forse. Mi sento un leader gentile (di cognome e di fatto, come dico sempre) ma sempre carico di passione e voglia di migliorarsi

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