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Juventus, Tudor: “Se possiamo lottare per lo scudetto? Ovvio”

Juventus, Tudor (IMAGO)

Le parole dell’allenatore della Juventus sulla squadra, sulla partita con l’Inter e sulla lotta scudetto

Dopo la pausa per le nazionali sta per entrare nel vivo anche la nuova stagione dei club, che per ora hanno giocato solo le prime due giornate in Serie A.

Tra le squadre a punteggio pieno c’è la Juventus, guidata da Igor Tudor, questa volta fin dal ritiro estivo dopo il subentro alla fine della scorsa stagione. L’allenatore bianconero ha parlato di cosa significhi per lui la Juve: “Rappresenta una parte della mia vita. – ha detto ai microfoni di DAZN – Mi ha costruito come persona e come professionista. Professionalmente la Juve è una parte di me”.

Tudor che alla Juve ha anche un passato da giocatore: “In quegli anni era una squadra che vinceva la Champions, che vinceva coppe importanti. Era una cosa quasi irreale. Era particolare vedere Zidane allenarsi solo su un campo che era preparato tutti i giorni, non ce ne erano diversi. Sono cose che mi sono rimaste e come Marcello (Lippi, ndr) ci insegnava, la porta la portavamo noi, i palloni e tutto lo portavamo noi. Erano tempi diversi“.

E su quella squadra ha anche raccontato: “Io voglio parlare di te (Ferrara ndr), Iuliano, Montero, Pessotto, Birindelli, di gente che mi ha insegnato. Le parole vostre, di Del Piero. L’incazzatura per una partitella persa in allenamento. E’ una cosa che ogni tanto dico ai ragazzi. Si insegna con i fatti e con l’esempio, qui e con i miei figli, e con la coerenza. Devi stare sul pezzo tutti i giorni. L’allenamento è tutto, la partita è la cosa più facile“.

Tudor: “Ero in debito con la Juventus”

Dopo i ricordi, Tudor è passato a parlare della Juventus attuale, partendo da Bremer: “Ha un’importanza enorme da tutti i punti di vista. Come giocatore, come leader di cui questo spogliatoio ha bisogno. E’ un ragazzo buonissimo e poi in campo diventa cattivo. Abbiamo un buon rapporto, si mette a disposizione“.

Ha poi anche raccontato il suo primo giorno da allenatore: “Sensazioni bellissime, io ho giocato poco da calciatore. Ho smesso presto, ho avuto grandi problemi di caviglie, ho fatto al mio massimo 4 anni, la mia carriera è di 5-6 anni di carriera seria, ho smesso a 28-29 anni. Avevo questa cosa di non aver dato tutto quello che avevo e quando ho iniziato, presto, ad allenare, avevo questo sogno di allenare la Juve che si è avverato presto. Ho pensato che fossi in debito con questo club“.

Igor Tudor, Juventus (imago)

Tudor: “Juve-Inter vale più di tre punti”

Tudor ha parlato anche dell’imminente derby d’Italia: “Vale più di tre punti, per me è il primo da allenatore. A me questo peso piace, mi viene più facile preparare queste partite. L’Inter è una grande squadra, hanno due finali di Champions, vengono qua giocatori maturi. Noi ci giochiamo le nostre carte e poi vediamo chi sarà il migliore“.

E poi della possibilità di lottare per lo scudetto: “Quello è ovvio, tu sai che la parola vittoria… A inizio stagione parlo delle nostre possibilità e poi per tutto l’anno non parlo di obiettivi, non parlo mai. Parlo di robe concrete, perché di obiettivi non si parla, gli obiettivi si raggiungono“.

Tudor: “Vlahovic? Situazione molto particolare”

L’allenatore ha chiuso tornando a parlare di singoli, partendo da Dusan Vlahovic: “È una situazione molto particolare la sua con il contratto in scadenza. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui, è a metà della sua carriera. Giocatore forte, è stata importante la sua crescita e l’ha fatto da solo, ha trovato la forza di essere concentrato e sul pezzo in un momento super difficile. Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone“.

Infine, ha parlato di Kenan Yildiz: “L’altro giorno parlavo con loro e ho notato che ad Yildiz non dico mai niente davanti agli altri, perché fa tutto quello che deve fare sempre. A lui raramente diciamo qualcosa sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista dei comportamenti. La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui tutti i giorni. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top“.

 

 

Redazione

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