Interviste e Storie

“Frenchie” Mandanda, una vita tra i pali: 21 anni di calcio con quasi 800 presenze e un Mondiale

All’età di 40 anni, Steve Mandanda dice addio al calcio giocato dopo una lunga carriera.

Che cosa dovremmo ricordarci di Mandanda? Tra i migliori portieri della sua generazione, leggenda del Marsiglia e quell’indimenticabile titolo mondiale con la Francia. Questa la storia di Steve Mandanda, soprannominato Frenchie per aver scelto di giocare con i Bleus anziché per il Congo, suo paese d’origine. Buffon è un modello per qualsiasi portiere, ma da buon francese Mandanda non poteva che ispirarsi a Fabien Barthez, Campione del Mondo nel ’98 e suo idolo d’infanzia. La sua è una famiglia di portieri visto che tutti e tre i fratelli di Mandanda giocano in porta: Parfait al Caen, Riffi all’US Boulogne e Over al Bordeaux.

Nel corso della sua lunga carriera non ha mai smesso di trasmettere sicurezza alla difesa, spesso con al braccio la fascia da capitano sia al Marsiglia che in nazionale. Non è un caso se dopo 21 anni di calcio ha complessivamente raggiunto quasi la soglia delle 800 presenze tra Marsiglia, Crystal Palace e Rennes.

Rimpianti? Tutti ne hanno, chi più e chi meno. Mandanda non ha vinto una Champions League ma è riuscito a salire sul tetto del mondo con la Francia nonostante il dualismo con Lloris. Ecco, forse un rimpianto potrebbe essere proprio quello di aver collezionato poche presenze in nazionale ma solamente perché di fronte aveva un altro grande portiere come Hugo Lloris. Quest’ultimo è stato il titolare indiscusso della Francia per oltre un decennio. Capitano, uomo spogliatoio, costante nelle prestazioni e difficile da non schierare. Mandanda il numero 12 ideale: affidabile, silenzioso, mai polemico. Una vera e propria garanzia.

Tra il 2008 e il 2015, Mandanda era al top della forma proprio come lo era anche Lloris. I vari Domenech, Blanc e Deschamps hanno spesso preferito l’ex Tottenham, ma Mandanda è stato comunque prezioso nello spogliatoio. Mandanda ha partecipato da secondo o terzo portiere a 5 tornei internazionali quali Euro 2008, 2012, 2016 e ai Mondiali del 2010 e del 2018. Nel mondiale russo, con la Francia ha giocando solamente una partita, ossia quella contro la Danimarca.

Dalla Ligue 2 con il Le Havre al Velodrome di Marsiglia

La storia tra il Marsiglia e Mandanda parte da lontano. Era l’estate 2007 quando l’OM decise di puntare su un ragazzino quasi del tutto sconosciuto che difendeva la porta del Le Havre in Ligue 2. Si trattava di uno dei migliori prospetti del calcio francese, e il Marsiglia era alla ricerca di un secondo portiere affidabile da affiancare a Cédric Carrasso. Il DS dell’epoca, José Anigo, individuò in Mandanda il profilo ideale e decise di acquistarlo in prestito.

Poi la svolta improvvisa, un fulmine a ciel sereno: rottura del legamento crociato per Carrasso con Mandanda che viene promosso titolare. Risultati? In società avevano visto bene perché le prestazioni sono eccellenti sin dalle prime partite, anche in Champions League. A soli 22 anni, Mandanda si prende il posto da titolare per non lo lasciarlo più per oltre 10 anni. Una storia d’amore tra club e calciatore che ha portato al francese 613 partite con l’OM (record assoluto), una Ligue 1 3 Coppe di Lega e 3 Supercoppe con tanto di fascia da capitano al braccio per diversi anni consecutivi. Leggenda indiscussa.

Steve Mandanda

L’Inghilterra e il ritorno in Francia: le ultime tappe di Mandanda

Dopo essersi svincolato dal Marsiglia, nel 2016 Mandanda decide di accettare la proposta del Crystal Palace in Premier League. Non è stata una tappa molto fortunata per lui, tanto che dopo una decina di presenze decide di ritornare nella sua Marsiglia dopo una sola stagione. Sotto l’ala protettiva del Velodrome riesce ancora a fare la differenza per cinque anni, ma nel 2022 alla scadenza del contratto lascia la squadra dopo 14 anni e 613 presenze.

Il ritiro sembra essere ormai dietro l’angolo, ma nella testa di Mandanda c’è ancora l’idea di poter accettare la proposta del Rennes. Jorge Sampaoli lo ha spesso definito “una leggenda”, ci sono state performance importanti, come quando è stato eletto “joueur du match” (giocatore della partita) grazie ai voti dei tifosi dopo diverse partite. Spesso si è rivelato decisivo, ha parato rigori, fatto interventi determinanti, ma nelle ultime fasi della sua carriera non è andato tutto per il verso giusto. Mandanda non era più un titolare fisso per via dell’acquisto di Brice Samba che ha ovviamente aumentato la competizione. Nonostante tutto, però, Mandanda ha salutato alla grande il mondo del calcio. Una carriera straordinaria fatta di successi, gioie e interventi decisivi. Au revoir, Steve!

A cura di Gerardo Guariglia

Redazione

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