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Spalletti: “L’Italia andrà al Mondiale. Acerbi? Non è andata come racconta. Su Napoli…”

Luciano Spalletti (PHOTO CREDITS: Mirko Barbieri)

Dall’ultima esperienza con l’Italia agli obiettivi futuri: le parole di Luciano Spalletti a il Festival dello Sport di Trento

Durante il Festival dello Sport di Trento, sono intervenuti diversi ospiti importanti del mondo del calcio: da Roberto Mancini a Patrick Vieira, fino a Zlatan Ibrahimović.

Tra i protagonisti, anche l’ex Commissario Tecnico dell’Italia Luciano Spalletti, che ha cominciato partendo proprio dall’addio alla Nazionale: “Avrei preferito non fare la brutta figura con la Nazionale. In Nazionale ho commesso l’errore di trasferire troppo questo mio sentimento e amore per il calcio. Lì forse ho sbagliato, perché li ho un po’ intasati dal punto di vista delle cose richieste. Ai calciatori serve essere leggeri, perché le pressioni sono tante. Arrivare alla partita e sentire musica nello spogliatoio…“.

Poi Spalletti ha proseguito: “Noi dobbiamo sempre domandarci con quali orecchie loro ascoltano le cose. Io devo sapere come arriverà e come loro percepiscano questo mio messaggio. Questa è una domanda che l’allenatore deve sempre farsi e io me la sono sempre fatta. Probabilmente ho sbagliato in queste dosi di cose da dire“.

L’ex CT ha parlato così del caso Acerbi: “Sono sempre di più quelli che trovano delle scusanti o delle motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi delle responsabilità importanti. La possibilità di dirmi quelle cose che ha detto c’era stata e invece lo ha fatto troppo tardi. Acerbi ha accettato la pre-convocazione: il giorno prima di convocare i giocatori gli ho telefonato dicendogli che aveva ragione perché il campo aveva detto che era ancora uno dei più forti. Volevo convocarlo per la partita chiave contro la Norvegia, avevamo tre infortunati: Gabbia, Buongiorno e Gatti”. Spalletti ha poi rivelato quanto comunicato ad Acerbi: “Il campo ha detto che tu sei ancora un leader e avevo pensato di convocarti’. La risposta del difensore?: “Se lei dice così, mi fa piacere e vengo”. L’ex ct ha poi aggiunto: “Sono passati 3/4 giorni, mi ha mandato un messaggio e mi ha detto ‘Io non vengo più’. Se è contento così, buon per lui, ma le cose non sono andate come le ha raccontate lui“.

Le parole di Spalletti

L’allenatore è tornato ancora sull’ultima esperienza in azzurro: “La Nazionale per me era come essere in paradiso. Quando succede qualcosa di non corretto, io non lo dimentico in poco tempo. Quanto mi ha fatto male? Io sono generoso, ma mi fido anche di me stesso. Nessuno mi ha mai regalato niente, non ho mai avuto un procuratore. Se tu mi fai allenare, io sono a posto. Io non ho bisogno di altro. Nell’Italia non mi mancava niente. Secondo me ci sono 20/25 calciatori con cui costruire una squadra competitiva. Donnarumma e Di Lorenzo sono dei top. Bastoni è un grande calciatore. Barella ha geometrie e ti può anche giocare davanti alla difesa“.

Su Pio Esposito, in gol contro l’Estonia, ha commentato: “Ti dà la convinzione che poi avremo un padrone dentro l’area di rigore. Ieri sera (contro l’Estonia, ndr) ha fatto un gol pazzesco“. Sulle qualificazioni ai Mondiali, Spalletti non ha dubbi: “L’Italia ci va ai Mondiali. Sicuri che ci andrà. I calciatori sono forti e Gattuso ha trovato subito la quadra facendo giocare 2 punte. Con l’Israele l’ha vinta lui così“.

Luciano Spalletti a Il Festival dello Sport

Le dichiarazioni di Spalletti su Icardi e Totti

Parlando dell’esperienza all’Inter, l’ex allenatore nerazzurro ha commentato la vicenda con Mauro Icardi: “Lui è un bravissimo ragazzo e un grande professionista, un grande goleador. Dentro l’area di rigore è uno dei più forti giocatori che ho avuto. Fuori ha qualche limite: a metà campo non ha la fisicità di Pio. Il problema era quello che lo circondava“.

A seguire, anche qualche battuta su Francesco Totti, avuto ai tempi della Roma. “Ho sempre avuto un buonissimo rapporto con lui, il problema è stato un po’ il contorno, quello che gli si veniva a dire e a creare intorno che a me andava meno bene. Come calciatore è incredibile, gli ho visto fare delle cose in allenamento…“. Sull’arrivo alla Roma dall’Udinese: “La Curva Sud di Roma aveva buttato dei volantini con scritto ‘Non ti vogliamo’. In quel momento volevano Zeman“.

Nello specifico sul caso Totti: “Il primo giorno che sono arrivato a Roma, è venuto lui (Totti, ndr) nel mio ufficio e per me è stata un’emozione incredibile. Poter allenare Totti venendo dall’Empoli, dall’Udinese e avendo vissuto una gioventù in quella maniera lì… ma che devo fare? Mi metterei a fare casino se non avessi le ragioni giuste con un giocatore così?! La sera andavo a letto e non dormivo per pensare a queste cose qui“. E ancora: “Mettersi contro il re di Roma? – ha continuato Spalletti – Non è facile, poi prendi e vai a casa te (ride, ndr). Poi i romanisti sono tanti. Non la senti solo il fine settimana, la pressione della partita. Il minimo era ‘Ah mister, te devi sveglià’. Non te le mandano a dire“.

Italia, Luciano Spalletti (IMAGO)

“De Laurentiis ha preso il sopravvento. Non ha mai parlato di rinnovi”

A seguire, poi, anche forti dichiarazioni su De Laurentiis e l’esperienza a Napoli. “È diventato difficile, De Laurentiis aveva preso il sopravvento. Non mi ha mai parlato di un rinnovo di contratto o di un qualsiasi regalo per far vedere che mi voleva bene. Disse a una giornalista che il campionato con quel Napoli l’avrebbe vinto anche lei. Aveva la prelazione e quindi pensava… Ma io non rimango a queste condizioni, a costo di non allenare“.

L’anno successivo ha creduto di poter gestire la situazione da solo, ed è andata come è andata. Ed è stato costretto ad andare a prendere un altro allenatore forte, con una personalità forte per una città bellissima che chiede tanto“.

Infine, Luciano Spalletti ha concluso stilando la sua formazione ideale con i calciatore allenati in carriera. “Modulo 4-2-3-1. Allenatore: Agresti. Szczęsny; Di Lorenzo, Koulibaly, Chivu, Jankulovski; De Rossi, Pizarro; Salah, Totti, Kvaratskhelia; Dzeko” ha concluso l’ex Inter, Napoli e Roma, non senza problemi nello scrivere il nome del portiere polacco, suscitando risate tra i presenti in sala.

Alessandro Gotter

Vivo di pane e calcio sin dalla nascita. Senza il pane potrei sopravvivere, penso; diverso sarebbe invece senza il pallone. Per qualche strano motivo in Italia non ho mai tifato seriamente una squadra. L'unico club a cui sono sempre stato appassionato è il BVB.

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